colonna sonora: Afterhours – Mio Fratello è Figlio Unico
Il primo maggio è una giornata importante e in quasi tutto il mondo si festeggia il giorno del concertone di San Giovanni.
È una giornata importante per le comitive di giovanissimi rasta in pantaloni peruviani e infradito che parlano dialetti incomprensibili e si imbarcano in treno senza biglietto ma pieni di fiaschi di vino e bustine d’erba verso la capitale con l’intento di pogare fino allo stremo e poi vomitarsi sui piedi a tempo di musica folk.
È una giornata importante per i pizzardoni (se sei di fuori GRA, leggi “vigili urbani”) che devono arginare la gigantesca piazza e deviare i pacati automobilisti romani respirando smog e ricevendo madonne per tutto il giorno; ma d’altronde potevano pure scegliersi un altro mestiere.
È una giornata importante per chi ha letto sul programma che si esibirà uno dei suoi artisti preferiti e decide ingenuamente di andare in piazza a vederlo, trascinando il partner che lo accompagna giusto perché è gratis: costretti a parcheggiare a piazza Venezia, sull’autobus gli sparisce il portafogli, due ore di fila per un panino salsiccia e cicoria che al primo boccone finisce a terra, si ritrovano intrappolati al centro della piazza da migliaia di persone che cantano canzoni che loro non conoscono, uno deve andare in bagno e l’altro lo segue per non perderlo, si trascinano per un’ora e mezzo contromano nella folla fino a raggiungere i lontanissimi cessi chimici, in lontananza si sente la hit dell’unico artista per il quale sono venuti, tornano mestamente alla macchina e scoprono che gliel’hanno rimossa, inizia a piovere solo su di loro, si lasciano in malomodo.
È una giornata importante per gli zozzoni (se sei di fuori GRA, leggi “paninoteche ambulanti”) che sanno di essere l’unica alternativa alla morte per fame e disidratazione per centinaia di migliaia di persone e possono tirare sul prezzo delle loro elaborate pietanze (la combo “salsiccia cipolla olio anteguerra e vinello acetato” può provocare delle alterazioni di coscienza assimilabili ai trip psichedelici degli antichi sciamani indios) senza alcuna vergogna.
È una giornata importante per la RAI che ha fatto di questo spettacolo un evento televisivo, spostando l’attenzione dall’atmosfera unica della piazza di un concerto all’intrattenimento per chi sta sul divano e paga il canone e per gli sponsor che versano centinaia di migliaia di euro per vedere il proprio marchio pubblicizzato tra una canzone e l’altra.
È una giornata importante per tutti quelli che non seguono il concerto né dal vivo né in tv e se ne sono andati fuori porta a mangiare fave e pecorino e a cantare a squarciagola intorno ad un falò illegale dentro un bosco.
Ma soprattutto è una giornata importante per quelli che oggi sono costretti a lavorare, con la paga ordinaria anche se è un giorno di festa, senza contare quelle due o tre ore in più di extra, consapevoli che se si ribellano verrebbero rimpiazzati da qualcun altro, che magari si accontenta anche di meno, e si ritroverebbero senza più niente da festeggiare.
Si perché a parte il concertone, le fave e il pecorino, il primo maggio è la festa dei lavoratori, che come tutte le minoranze si sono conquistati una giornata mondiale.
Vediamo di farla tornare una festa invece di una commemorazione.
Buon uichènd a chi non sa cosa sia una busta paga, i contributi, la tredicesima e ferie e malattia pagate ma comunque il primo maggio brinda con gli amici e si fa pure il ponte lungo.