Sono passati dieci anni: era il 1 maggio del 2004, quando dieci Paesi e quasi 75 milioni di cittadini sono entrati a fare parte dell’Unione europea. Un allargamento storico, il più grande di sempre, per un’Europa che allora contava ancora 15 membri. Nell’Ue hanno fatto il loro ingresso tre ex repubbliche sovietiche (Estonia, Lettonia, Lituania), quattro ex Stati satelliti dell’URSS (Polonia, Repubblica ceca, Ungheria, Slovacchia), un’ex repubblica iugoslava (Slovenia) e due isole del Mediterraneo (Cipro e Malta). Un evento che non solo ha riunito il popolo europeo, diviso per mezzo secolo dalla cortina di ferro e dalla guerra fredda, ma ha anche portato all’Europa benefici economici non trascurabili.
In meno di dieci anni il volume degli scambi commerciali è quasi triplicato tra vecchi e nuovi Stati membri, mentre è quintuplicato quello dei nuovi entrati nell’Ue tra loro. I Paesi dell’Europa centrale e orientale sono cresciuti ad un ritmo del 4% l’anno, e si stima che quasi la metà di questa crescita (l’1,75% nel periodo 2000-2008) sia stata generata dall’ingresso nell’Ue. Questo dinamismo economico ha creato tre milioni di nuovi posti di lavoro in soli sei anni, dal 2002 al 2008. I riflessi positivi sono arrivati anche ai “vecchi” Stati membri, che hanno avuto maggiori opportunità di investimento e più domanda per i propri prodotti: l’allargamento ha contribuito ad una crescita complessiva dello 0,5% della vecchia Ue a 15 tra il 2000 e il 2008. Un mercato unico più grande ha anche attratto più investimenti dall’estero: nel 2012 sono stati il 357% di quelli del 2007.
Con questo allargamento, sottolinea il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, “siamo stati capaci di condividere stabilità, sicurezza e di contribuire alla prosperità”. E’ stato anche un modo di “rafforzare la democrazia, la libertà e lo stato di diritto per milioni di cittadini che prima vivevano dietro la cortina di ferro”. Da dieci anni a questa parte, “l’Europa è più forte, più ricca e più sicura, politicamente, economicamente e culturalmente”. Un risultato da tenere presente, soprattutto oggi che l’Europa “si sta riprendendo dalla recente crisi economica”: il successo dell’allargamento “mostra che un’Europa più unita è il modo migliore per rafforzare la nostra posizione, difendere i nostri interessi comuni e promuovere i nostri valori comuni”.
“L’allargamento è nel Dna dell’Europa, per l’Ue è una politica chiave. E’ il più potente strumento di trasformazione e serve come forte incentivo per le riforme”, concorda il commissario Ue all’allargamento, Stefan Fule. Si tratta anche, continua, del “più potente ed efficace strumento che abbiamo per rafforzare la nostra sicurezza. Insieme, in un’Europa unita, possiamo fronteggiare meglio le conseguenze della globalizzazione, della crisi finanziaria o dei cambiamenti climatici”.
Per il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, “un decennio fa a mezzanotte, l’Europa è cambiata come mai nella sua storia”. Per i Paesi che sono divenuti membri, sottolinea Van Rompuy, non è stato un vero “ritorno all’Europa. Come può esserlo – si chiede – quando una regione è così europea nella sua essenza? E’ stato piuttosto un ancoraggio alla libertà”. “Politicamente – continua Van Rompuy – questo allargamento è stato un balzo per la nostra unione. Un salto che ha rinnovato il suo significato di base. Ha ricordato a tutti i cittadini europei cos’è la nostra Unione, come progetto politico. Essenzialmente si tratta di diffondere la pace, la democrazia e la prosperità”. Accogliendo dieci nuovi membri, nel 2004, l’Ue “ha mostrato fiducia, apertura e ambizione”.
“L’allargamento dell’Ue di dieci anni fa è stato un evento storico che ha portato l’Europa verso una riunificazione finale e alla riconciliazione dopo la fine della guerra fredda”, commenta il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, secondo cui l’allargamento “ha esteso la zona di stabilità, sicurezza, libertà e prosperità del continente”. Anche i recenti avvenimenti in Ucraina, sottolinea il Presidente del Parlamento Ue, “hanno mostrato come la gente comune voglia condividere questi valori”. Per Schulz “l’allargamento è una delle politiche di maggiore successo dell’Ue” e celebrandola, “dobbiamo ricordare che solo insieme siamo più forti e possiamo competere con le altre regioni del mondo globalizzato”.
Domani Eunews dedicherà all’allargamento del 2004, uno speciale al quale hanno contribuito i protagonisti di ieri e di oggi.