L’allargamento dell’Unione Europea verso Est ha permesso di sanare la ferita che aveva diviso regioni storicamente appartenenti alla stessa area culturale. Il dogmatismo ideologico era sfociato in esodi di massa che avevano sconvolto le vite di milioni di europei. Per decenni interi popoli erano stati privati di diritti fondamentali, primi fra tutti la libertà di parola e pensiero.
Il progetto di unificazione europea è nato proprio per riunire il nostro continente e per creare uno spazio di pace e libertà in Europa. Da questo punto di vista, l’allargamento ad Est costituisce un successo. L’importanza di questo processo è confermata dagli ultimi sviluppi in Ucraina, dalle aspettative di libertà e democrazia che in quel Paese numerosi uomini e donne associano all’ Europa.
Ma l’allargamento ha anche posto nuove sfide all’Unione Europea: prima fra tutte, il rischio di una sua diluzione all’interno di strutture pletoriche e spesso farraginose.
L’importanza dell’allargamento ad Est non deve inoltre farci dimenticare che il futuro del progetto europeo si gioca anche e soprattutto a Sud, nel Mediterraneo. La stabilizzazione e riconciliazione della sponda Sud del Mediterraneo devono esser le prossime priorità dell’azione esterna dell’Unione Europea.
Gianni Pittella, vice presidente del Parlamento europeo