Della concordata de-escalation non si è vista nemmeno l’ombra, così Stati Uniti e Unione europea rafforzano le sanzioni nei confronti della Russia. I nomi dei nuovi destinatari delle misure punitive europee saranno ufficializzati soltanto domani con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, ma fin da ora si sa che si tratterà di 15 nuove personalità russe e ucraine, “responsabili di azioni che hanno minato o minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. Saranno colpite da restrizioni nella concessione dei visti e dal congelamento dei beni. Ancora non si tratta dell’attesa fase 3 delle sanzioni, quella che dovrebbe prevedere contromisure economiche più dirette a danno della Russia, si tratta piuttosto di un approfondimento della fase due, con cui l’Ue ha già colpito 33 personaggi tra cui alcuni vicini al presidente russo Putin.
Il giro di vite oggi arriva anche da Washington. Gli Usa hanno messo nel mirino sette funzionari russi, tra cui il numero uno del colosso energetico Rosneft, Igor Sechin, e 17 imprese legate alla cerchia del presidente russo, Vladmir Putin. Nella lista anche l’oligarca Gennady Timchenko, uno dei proprietari di Gazprom. Gli Stati Uniti hanno anche imposto rigide limitazioni alle esportazioni verso la Russia disponendo il ritiro delle licenze per tutti i materiali che possono aver anche un impiego in campo militare. L’intenzione delle nuove sanzioni è di punire quelli che gli Stati Uniti definiscono come “atti provocatori” di Mosca in Ucraina.
Dalla Russia le reazioni non si fanno attendere. “Naturalmente risponderemo e siamo certi che gli effetti di questa risposta saranno dolorosi per Washington”, minaccia il viceministro degli Esteri, Sergei Ryabkov. Le nuove sanzioni varate dagli Stati Uniti avranno deboli effetti sull’economia russa, tenta di sminuire il primo consigliere economico del presidente russo Vladimir Putin, Andrei Belousov. “Ci saranno probabilmente alcune conseguenze, ma è improbabile che avranno un impatto rilevante” per l’economia “su base annua”, assicura.
Sul territorio la situazione continua a peggiorare. Il sindaco di Kharkiv, Gennady Kernes, lotta tra la vita e la morte dopo essere stato ferito gravemente da colpi di arma da fuoco. Un attacco per cui molti puntano il dito contro Mosca e le milizie filorusse. Intanto i separatisti filorussi proseguono la loro marcia: oggi una ventina di uomini armati hanno occupato il quartier generale della polizia in un’altra città dell’Ucraina orientale, Kostyantynivka, e poco più tardi hanno assalito e occupato il municipio. Si tratta della stessa città in cui sono stati catturati e in cui restano tuttora detenuti gli osservatori Osce . Sulla loro liberazione nessuna novità: ieri uno di loro, di nazionalità svedese, è stato liberato per motivi di salute e ora si lavora per il rilascio degli altri. I filorussi che li hanno in ostaggio chiedono uno scambio con i separatisti arrestati.