Come al solito la chiesa cattolica se la dice e se la ride proclamando santi due Papi d’un colpo in un’operazione mediatica che assomiglia tanto ai giochi di quei bambini che si fanno regole tutte loro per non perdere mai. Non abbiamo infatti mai visto in più di duemila anni di storia vaticana un candidato santo perdere la causa di santità. Pare ovvio alla ragione ma evidentemente non alla fede che siccome non c’è contradditorio, non c’è mai bocciato. Poi con due papi mobilitati, l’infallibilità papale è doppia: se sbaglia uno, ci azzecca l’altro. Così l’anomalia dell’attuale bipolarità papale viene anch’essa fatta passare come prodigio. È solo dovuta all’abdicazione di un sovrano senile, ma la Chiesa ne fa un miracolo, la moltiplicazione dei papi dopo quella dei pesci. Due papi e quattro santi, potrebbe essere il titolo di un film comico, invece è lo slogan dietro il quale si sono ammassati migliaia di credenti nei giorni scorsi a Roma.
Ma anche volendo riconoscere il valore intrinseco della santità a prescindere dalla fede, non ci sono figure più opposte nel cattolicesimo moderno che Papa Roncalli e Papa Woytila. L’establishment pontificio li spaccia ora come i due papi del Concilio Vaticano Secondo, ma la verità storica è ben diversa. Papa Roncalli fu l’ideatore e l’iniziatore di un processo di ammodernamento della Chiesa che invece Papa Woytila cercò in ogni modo di arrestare, riportando il dogma cattolico in assoluta preminenza contro ogni spinta di apertura. È Woytila che riafferma i valori della famiglia tradizionale, opponendosi all’emancipazione della donna e scagliandosi contro la legge sull’aborto appena adottata in Italia alla sua nomina. Dopo di lui Papa Ratzinger portò ancora oltre l’irrigidimento dogmatico della Chiesa. Con il suo polveroso papato in babbucce rosse e cappelli settecenteschi, Benedetto XVI restaurò a tal punto la teologia più conservatrice da suscitare reazioni di fastidio perfino nel mondo cattolico.
Oggi Papa Bergoglio tenta di mostrarci il volto umano di una Chiesa troppo compromessa come potere secolare per essere credibile come potere spirituale. Le sue intenzioni di ammodernamento e di apertura rischiano di fare la fine di quelle di Papa Roncalli e di infrangersi contro il muro dei mandarini vaticani e degli interessi troppo forti che la Chiesa cattolica ha nel mondo reazionario e integralista. Papa Roncalli ha svecchiato un apparato divenuto ottuso e codino, riportando il messaggio cristiano fra la gente. Ma non è riuscito a spostare di un millimetro il dogma cattolico sui grandi temi della modernità del suo tempo, come ad esempio quello del divorzio. Papa Woytila ha giocato il suo papato sul campo della facile lotta a un comunismo cadente, ma intanto lanciando potenti siluri contro la teologia della liberazione che nel sud del mondo scalzava le gerarchie vaticane. Papa Ratzinger dal canto suo ha revocato la scomunica dei vescovi massimalisti lefevriani contrari al Concilio, rilanciando la più rigorosa severità dottrinale. Ebbe parole molto dure contro omosessualità, eutanasia e fecondazione assistita ma non ne spese mai una per denunciare lo sfacelo morale della sua chiesa devastata dagli scandali della pedofilia e l’immoralità di quell’altro Papi che imperversava a Roma durante il suo papato. Vedremo cosa riuscirà a fare Papa Bergoglio. Se fra qualche decina d’anni sarà santo anche lui, vorrà dire che anche lui avrà fallito.