Carburante davvero pulito e sostenibile? Forse ci siamo. È ancora presto, ma le premesse lasciano spazio all’ottimismo. Solar-Jet, progetto di ricerca finanziato dall’Unione europea con 2,2 milioni di euro attraverso il programma di ricerca Pq7, ha realizzato il primo carboturbo solare del mondo partendo da acqua e anidride carbonica. Si tratta di sistema che consente di convertire questi due elementi in un gas di sintesi chiamato “syngas” e costitutito da una miscela di idrogeno e monossido di carbonio. Il syngas, prodotto all’interno di un reattore solare ad alta temperatura stato poi convertito in cherosene dalla Shell attraverso il processo Fischer-Tropsch (il processo chimico industriale utilizzato per produrre combustibili sintetici a partire da miscele gassose di monossido di carbonio e idrogeno in presenza di catalizzatorie).
L’aspetto significativo è che Solar-Jet non avrà impatto sulle risorse naturali. Mentre per la produzioni di biocarburanti si sottrae terreno agricolo alla produzione di generi alimentari, in questo non verrà sottratta acqua potabile alle riserve esistenti. L’acqua utilizzata per la produzione del nuovo carburante sarà desalinizzata, vale a dire che attraverso un apposito impianto alimentato a energia solare si desalinizzerà l’acqua di mare. Non solo. Rispetto ai metodi tradizionali di raffinazione del petrolio, che richiede dai 4 ai 7 litri d’acqua per la produzione di un litro di carburante, il nuovo metodo richiederà 3-4 litri d’acqua per litro di carburante. Questo nuovo processo ha il potenziale per fornire un approvvigionamento sicuro, sostenibile e scalabile di carburante per aerei, nonché diesel e gasolio. Il progetto è tuttavia in fase sperimentale: finora si è prodotto un bicchiere di carboturbo in condizioni di laboratorio avvalendosi di luce solare simulata ma i risultati fanno tuttavia sperare che in futuro sia possibile produrre idrocarburi liquidi a partire da luce solare, acqua e CO2. Nella prossima fase del progetto le parti intendono ottimizzare il reattore solare e valutare se la tecnologia sia in grado di funzionare su scala più ampia a costi competitivi.
Máire Geoghegan-Quinn, commissario europeo per la Ricerca e l’innovazione, è comunque soddisfatta. “Questa tecnologia significa che un giorno potremmo produrre carburante pulito e in abbondanza per aerei, automobili e altri mezzi di trasporto, contribuendo quindi a incrementare notevolmente la sicurezza dell’energia e a trasformare uno dei principali gas a effetto serra responsabili del riscaldamento globale in una risorsa utile”.