Gran parte degli eurodeputati italiani proveranno a tornare a Strasburgo essendo riusciti a conquistarsi di nuovo un posto in lista, qualcuno per aver dimostrato competenza e voglia di fare, qualcun altro grazie a uno strategico cambio di casacca, qualcun altro infine davvero senza alcun merito apparente se non, probabilmente, quello di avere una forte base elettorale che fa certamente gola ad ogni partito.
FORZA ITALIA – Record di conferme per Forza Italia che ricandida tutti gli attuali deputati del gruppo a partire dal fedelissimo di Berlusconi Raffaele Baldassarre, presidente del gruppo di Fi e vicepresidente della commissione giuridica, che nonostante abbia fatto registrare una partecipazione solo al 78% delle votazioni (ed essere stato protagonista di un battibecco con un giornalista olandese) , sì è dimostrato piuttosto attivo essendo stato relatore per l’Aula di 5 provvedimenti piazzandosi 88esimo (su 766 deputati) nella classifica di VoteWatch e per aver proposto 77 emendamenti. Si guadagna un posto da capolista Elisabetta Gardini, che ha partecipato al 90.42% delle votazioni, ha scritto due risoluzioni, presentato 102 emendamenti e fatto addirittura 372 interventi in plenaria (dimostrandosi forse un po’ logorroica). Confermati anche la presidente della commissione Industria, Amalia Sartori, il presentissimo Sergio Paolo Silvestris, (settimo nella classifica generale per presenze al voto con oltre il 98%), un report scritto e 93 emendati, il siciliano Salvatore Iacolino, che oltre ad essere stato relatore di 7 provvedimenti, insieme a Rita Borsellino e Sonia Alfano (entrambe non in corsa, la prima per scelta personale, la seconda per non aver trovato una collocazione in nessuna lista) è stato tra i promotori della creazione di una commissione speciale per il contrasto alla Criminalità organizzata. Non poteva poi mancare Barbara Matera che si è guadagnata in questa legislatura la medaglia d’oro di VoteWatch come Parlamentare più attiva essendo autrice di ben 54 relazioni. Una campionessa solo sulla carta però, perché delle 54 relazioni presentate ben 53 sono “relazioni fotocopia” sul Fondo per la Globalizzazione, un lavoro diciamo tecnico ma che non ha necessitato di alcun impegno specifico. Non è campione nemmeno sulla carta invece Aldo Patriciello che ha fatto registrare solo il 55% di presenze in Aula e una relazione sulla strategia spaziale. Certo lo spazio è grande e forse l’attività gli ha preso tempo. Riconfermata anche Iva Zanicchi, più per meriti canori che politici, soddisfacente la sua presenza alle votazioni (89%), ma bassa la produzione legislativa, un provvedimento minore presentato e solo 10 emendamenti a suo nome. Di certo Zanicchi vanta il curriculum più bizzarro del Parlamento in cui cita, oltre ai suddetti meriti canori, l’essere stata “prima cantante italiana ad esibirsi in Unione Sovietica (1981)” e l’aver scritto il libro “Polenta di Castagne”. Tra gli acquisti di Forza Italia l’intramontabile Clemente Mastella, che a Ceppaloni e dintorni avrà sicuramente (come sempre) un elettorato “nei secoli fedele”, ma che a Strasburgo è stato piuttosto evanescente, con una presenza alle votazioni del 55%, nessuna relazione proposta ma ben 358 interventi in Aula.
NUOVO CENTRODESTRA E UDC – Anche il nuovo Centrodestra, a parte Vito Bonsignore, ricandida tutti i suoi eurodeputati a partire dal capogruppo Giovanni La Via che a Strasburgo, tra le altre cose, ha gestito trattative di grande importanza come il Bilancio Pluriennale e la Politica Agricola. Poi la vicepresidente dell’Aula Roberta Angelilli, la presidente della commissione Petizioni, Erminia Mazzoni, ma anche i due ‘Alfredo’, Pallone e Antoniozzi, che non hanno certo brillato per impegno, con quest’ultimo addirittura presente solo al 57% delle votazioni, nessuna relazione proposta e soltanto due emendamenti presentati in 5 anni. Almeno di lui si potrà dire che non si è stancato troppo ed è probabilmente carico di energie per la nuova legislatura. L’Udc, per non essere da meno, ricandida sì il molto attivo Carlo Casini, presidente della commissione parlamentare Affari costituzionali, presente all’86% delle votazioni e che ha presentato 12 provvedimenti e 30 emendamenti, ma per controbilanciare mette in lista anche Giuseppe Gargani, che si è visto soltanto alla metà delle votazioni e la cui attività a Bruxelles è consistita nella presentazione di 22 emendamenti. Almeno l’Udc ha evitato di riproporre Ciriaco De Mita, che punta alla poltrona di sindaco della sua amata Nusco. A Strasburgo sarà ricordato per essere finito nella top ten dei deputati più invisibili del Parlamento europeo con un misero 49% di presenza alle votazioni, nessun provvedimento e addirittura nessun emendamento presentato.
FRATELLI D’ITALIA – Sempre nel fronte del centrodestra anche Fratelli d’Italia ripropone i suoi due eurodeputati, Carlo Fidanza e Marco Scurria, e imbarcando un altro fantasma di Strasburgo, il fedelissimo (in senso religioso, e non di appartenenza politica) Magdi Cristiano Allam, presente al 77% delle votazioni e che in tutta la legislatura ha prodotto soltanto due emendamenti e fatto 11 interventi in Aula.
LEGA NORD – Nelle liste della Lega non ci sono il fuoriuscito Morganti, il decano Francesco Speroni e Fiorello Provera, ma gli altri sono tutti di nuovo in corsa, a partire dal capolista in tutte le circoscrizioni Matteo Salvini, non molto presente alle votazioni con un 77% e autore solo di una relazione ma promotore di ben 108 emendamenti. Immancabile anche Mario Borghezio che più che per l’attivismo legislativo è famoso a Strasburgo per i suoi (diciamo così) “coloriti” interventi in Aula a furor di telecamera. La Lega lo ha messo però in lista nel Centro Italia, dove la sua posizione non è affatto blindata.
PARTITO DEMOCRATICO – Anche il Pd riconferma la stragrande maggioranza degli uscenti (17 su 22), a partire dal potente vicepresidente vicario Gianni Pittella, per cui i democratici hanno addirittura fatto uno strappo alla regola del tetto di 2 candidature. Non è stato rimesso in lista chi aveva da tempo lasciato per un altro incarico (Deborah Serracchiani e Rosario Crocetta sono ora governatori di Regione, e Francesca Balzani è assessore a Milano), la Borsellino che ha scelto di dedicarsi alla sua fondazione, Guido Milana, Antonio Panzieri e i due decani Vittorio Prodi e Luigi Berlinguer. Ci sono invece l’attuale capogruppo David Sassoli, che malgrado l’incarico di responsabilità è stato presente solo al 75% delle votazioni, e ha prodotto una sola relazione sui servizi aeroportuali, il presidente della commissione Agricoltura (in odore di promozione all’esecutivo di Bruxelles), Paolo De Castro, l’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici (3 relazioni legislative, 51 emendamenti e 92% di presenza alle votazioni), Roberto Gualtieri, uno dei più attivi del gruppo che ha gestito diversi provvedimenti molto delicati, ma anche il napoletano Andrea Cozzolino, maglia nera della lista per le presenze alle votazioni con un misero 67% di presenze, due relazioni legislative e 55 emendamenti presentati. I democratici imbarcando anche l’ex dipetrista (e iper-animalista) Andrea Zanoni, abilmente ricollocatosi mesi fa, quando era chiaro che l’Italia dei valori non avesse futuro nella scena politica italiana, e un altro ex Idv, Pino Arlacchi, passato in realtà con i democratici già nel 2010 in polemica con Antonio Di Pietro.
ITALIA DEI VALORI (ED EX) – L’Italia dei valori ricandida Giommaria Uggias, l’unico dei 5 eletti nel 2009 ad essere rimasto fedele al partito, ma per strada ha perso tutti gli altri a partire da Niccolò Rinaldi che ha deciso di restare fedele solo al proprio gruppo europeo, ovvero quello dei liberali dell’Alde, ed è stato tra i promotori della lista Scelta europea in sostegno a Guy Verhofstadt. Sonia Alfano ha provato a entrare nelle liste dei Cinque Stelle e del Pd, ma nonostante il nome di richiamo e il ruolo di presidente della Commissione straordinaria sulla Criminalità organizzata ha ricevuto solo rifiuti. Niente da fare nemmeno per Vincenzo Iovine, eletto con l’Idv, poi passato all’Api di Rutelli da lì al Partito Democratico e infine al Centro Democratico di Tabacci. Un altro che alle votazioni si è visto poco (75% di presenze) e che non ha scritto nemmeno un provvedimento legislativo. Forse era troppo impegnato a cambiare casacca ogni cinque minuti.
Per saperne di più:
– Il sito VoteWatch con le statistiche sul lavoro di tutti gli eurodeputati
Guarda le liste dei candidati dei vari partiti:
– Forza Italia
– Nuovo Centro Destra
– Fratelli d’Italia
– Lega Nord
– Partito Democratico
– Italia dei Valori
– Scelta europea
– L’Altra europa con Tsipras
– Movimento 5 Stelle
– Green Italia