Può riprendere la battaglia dell’Unione europea contro il gigante del tabacco Reynolds American Inc, produttore delle sigarette Camel e Pall Mall, accusato di essere coinvolto nel contrabbando di sigarette in Europa e di avere orchestrato uno schema di riciclaggio di denaro sporco, coinvolgendo gruppi della criminalità organizzata. A riaprire un caso vecchio più di dieci anni è stata la decisione della Corte d’Appello degli Stati uniti per il Secondo Circuito di New York che ieri ha stabilito che l’Ue e 26 Stati membri possono procedere nel contenzioso.
Una battaglia a cui l’Ue tiene molto, visto anche che il contrabbando di tabacco costa ai mercati europei circa 10 miliardi l’anno. “Accolgo con favore la decisione” commenta il commissario Ue al fisco, Algirdas Semeta, secono cui si tratta di “un importante passo avanti per l’Ue nel suo tentativo di combattere il commercio illecito di tabacco e proteggere i suoi cittadini e i suoi interessi finanziari”.
L’azione civile europea prese il via nel 2002 con l’obiettivo, fu spiegato all’epoca, di “ottenere un giusto indennizzo” e “costringere RJR ad adottare gli stessi standard di condotta aziendale già abbracciato da altre grandi multinazionali del tabacco attraverso accordi di cooperazione con l’Ue e tutti i suoi Stati membri”. Il gruppo è infatti l’unica grande multinazionale produttrice di tabacco che non ha stipulato un accordo di cooperazione con l’Unione europea e gli Stati membri mentre accordi sono stati conclusi con Philip Morris International, Japan Tobacco International, British American Tobacco e Imperial Tobacco Limited.
Nel 2011 la Corte americana ha però respinto le pretese dell’Ue e degli Stati membri per “motivi tecnici”, spiegando che le leggi sul racket non si applicano fuori dagli Stati Uniti. Una decisione ribaltata ieri dalla Corte d’Appello che ha deciso di riaprire il caso, rinviandolo alla Corte Distrettuale degli Stati Uniti.