Non è passata nemmeno una settimana e già l’accordo di Ginevra, da cui doveva partire la de-escalation tra Russia e Ucraina, fa acqua da tutte le parti. Ieri, dopo una tregua di Pasqua, peraltro violata, il presidente ucraino Oleksander Turchynov ha ordinato alle forze armate di Kiev di riprendere le operazioni anti-terrorismo contro i separatisti filo-russi nelle regioni orientali. E la risposta di Mosca non si è fatta attendere: se gli interessi russi in Ucraina saranno attaccati, ha dichiarato il ministro degli esteri, Sergei Lavrov, Mosca risponderà come fece nel 2008 con la Georgia, quando portò i suoi carri armati nei paesi del Caucaso.
A spingere Kiev a tornare ad usare le maniere forti nei territori dell’est in rivolta, ha spiegato il presidente ad interim, il ritrovamento a Slavyansk, nella regione di Donetsk, dei cadaveri di “due persone brutalmente torturate”, di cui una è stata identificata con lo scomparso consigliere comunale di Horlyva, Volodymyr Rybak. Crimini, non ha dubbi Turchynov, “commessi con il pieno sostegno e la connivenza della Russia”.
E se Kiev torna alle maniere forti, la Russia sembra pronta a fare altrettanto: “Se i nostri interessi, i nostri interessi legittimi, gli interessi dei russi saranno attaccati direttamente – ha avvertito Lavrov – come per esempio è accaduto nell’Ossezia del sud non vedo altro modo che rispondere, nel rispetto del diritto internazionale”. Secondo Lavrov, poi, Stati Uniti, Ue e Ucraina hanno avuto la possibilità di assicurarsi che la Russia non conduce attività militari al confine con l’Ucraina.
E mentre Mosca e Kiev si accusano a distanza, gli Usa seguono con preoccupazione le notizie sul giornalista americano Simon Ostrovsky, del cui rapimento si era diffusa la notizia martedì sera. Le milizie filorusse di Slaviansk, hanno fatto sapere di tenerlo in custodia nella sede di un ramo locale dei servizi di sicurezza, di cui i filorussi hanno preso il controllo più di una settimana fa. L’uomo, hanno spiegato, è sospettato di “attività negative”.
Di fronte alla tensione crescente l’Ue continua a lanciare appelli a tutte le parti in causa, Russia in testa. “Abbiamo visto dei segnali che dal lato dell’Ucraina l’accordo di Ginevra è attuato. Ci appelliamo a tutti i partner perché le condizioni vengano rispettate”, ha dichiarato Michael Mann, portavoce dell’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Catherine Ashton, invitiando la Russia “a utilizzare la sua influenza sui separatisti”. Bruxelles non sembra condannare la ripresa delle attività militari nell’est da parte di Kiev: l’accordo di Ginevra, ha ricordato Mann, riconosce il diritto dell’Ucraina di intraprendere azioni militari per difendere il suo territorio ma evitando violenze che potrebbero fare degenerare la situazione”.