La settimana scorsa stavo preparando cena, la mia compagna mi ha chiesto se poteva fare qualcosa.
Conoscendo le sue doti culinarie le ho detto Sì grazie, metti della musica.
Arrivano tutte d’un fiato She’s So High, Girls And Boys, Tracy Jacks, There’s No Another Way.
Evidentemente si tratta del live della reunion dei Blur del 2009, due date ad Hyde Park, così giusto per farsi quattro risate tra amici.
Allora mi è venuta in mente una cosa sentendo quelle versioni.
Che da ascoltare a casa quelle versioni lì non sono mica tanto belle, ma che invece dal vivo, i Blur hanno quella strafottenza punk inglese che mi ha sempre portato via.
Davvero il tipo di attitudine che amo. Canzoni pop fino alla morte, arrangiamenti geniali, ma suonati con la strafottenza del punk inglese.
Cosa ci posso fare, mi piace quella roba lì, a me.
Allora poi ho pensato come avrei potuto presentarveli, i Blur, che magari li conoscete pure meglio di me, ma allora senza andare per le lunghe, mi sono fatto uno schema mentale molto semplice.
I Blur hanno fatto 7 album in studio tra il 1991 e il 2003.
Prendiamo solo i brani di apertura di ogni album.
She’s So High, 1991 – Leisure
For Tomorrow, 1993 – Modern Life Is Rubbish
Girls And Boys, 1994 – Parklife
Stereotypes, 1995 – The Great Escape
Beetlebum, 1997 – Blur
Tender, 1999 – 13
Ambulance, 2003 – Think Tank
Le ho messe in fila apposta per voi in questa comoda playlist su Youtube.
Tornando a noi, poi mentre mangiavamo la mia compagna mi fa Hai visto che si sono lasciati con Gwyneth Paltrow?
Io l’ho guardata sono stato zitto.
Ha capito che qualcosa non andava, ero tutto preso a spiegare questa cosa delle canzoni pop fino alla morte suonati con la strafottenza del punk inglese.
Poi mi fa Ah nooooooo scusa scusa scusa scusa. Si è lasciata coi Radiohead.
Io l’ho guardata sono stato zitto.
Ho fatto il muso tutta la sera, poi prima di spegnere la luce le ho detto Quelli erano i Coldplay.