Anche l’Unione europea piange la scomparsa di Gabriel García Márquez, il grande scrittore insignito nel 1982 del Premio Nobel per la letteratura scomparso oggi a 87 anni. “Era una voce dell’America Latina che è diventato una voce del nostro mondo. La sua immaginazione ci ha resi più ricchi, e il suo trapasso ci rende più poveri”, ma “il suo lavoro durerà”, ha dichiarato a nome dell’Unione europea il Presidente della Commissione José Manuel Barroso.
Padre del realismo magico, il suo romanzo più famoso, “Cent’anni di solitudine” del 1967, la storia lunga un secolo della famiglia Buendia, è stato votato durante il IV Congresso internazionale della Lingua Spagnola, nel 2007, come seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta. Il romanzo ha venduto 60 milioni di copie in più di 37 lingue.
“Gabo”, come veniva soprannominato lo scrittore, è stato anche giornalista raccontando diversi, importanti, avvenimenti della storia mondiale: dalle rivoluzioni di Cuba e del Portogallo alla tragedia cilena, al Che, ai cubani in Angola, ai montoneros, ai dittatori centroamericani, alla Spagna postfranchista di Felipe Gonzalez. Da sempre vicino alle rivoluzioni socialiste del suo continente, quella cubana prima, e quella Venezuelana poi, non ha mai smesso di credere e lottare per la libertà e la giustizia nel Sud America.