“Più aerei nei cieli, più navi nei mari e maggiori forze a terra”. L’Ucraina è sempre più vicina a precipitare nel caos e la Nato non vuole farsi trovare impreparata. Oggi il segretario generale, Anders Fogh Rasmussen ha annunciato un nuovo pacchetto di misure militari “per rinforzare la nostra difesa collettiva e dimostrare la forza della solidarietà degli Alleati”.
Il dispiegamento di forze sarà effettivo “immediatamente” e cioè “nel giro di giorni”, assicura Rasmussen che spiega: “Gli aeromobili della polizia aerea sorvoleranno più spesso la regione baltica, le navi alleate saranno dispiegate nel Mar Baltico, nel Mediterraneo orientale e altrove, a seconda delle esigenze”. Non solo: le nazioni alleate aumenteranno le esercitazioni dei loro militari, per “migliorare la nostra preparazione” e i piani di difesa “saranno rivisti e rinforzati”.
Tutte misure, sottolinea l’Alleanza atlantica, che inviano un messaggio chiaro: “la Nato proteggerà ogni alleato e difenderà contro ogni minaccia alla sicurezza fondamentale”. L’obiettivo è sempre quello di arrivare ad una de escalation, risultato per cui sarà cruciale l’esito dei colloqui a quattro di domani, quando Russia e Ucraina dialogheranno con la mediazione di Ue e Usa. Colloqui che “per ora”, ha specificato Mosca, rimangono in piedi.
Intanto sul terreno la situazione è sempre più tesa: i militari di Kiev sono entrati a Kramatorsk, teatro martedì di sanguinosi scontri, ma sono stati bloccati e disarmati dalla popolazione. Alcuni miliziani filo-russi sono entrati in mattinata a Slaviansk, a bordo di sei veicoli blindati ucraini, conì la bandiera russa che sventolava sul primo mezzo della colonna. Secondo i media russi, a bordo c’erano anche militari ucraini che avevano deciso di cambiare casacca e allearsi con i separatisti russi, circostanza che Kiev smentisce.
Più tardi, sarebbe scoppiata una battaglia a un posto di blocco all’ingresso di Slaviansk. Intanto due militari ucraini, un ufficiale e un soldato, sono stati presi in ostaggio da separatisti filo-russi a Krasny Luch, nella regione orientale di Lugansk, una trentina di chilometri a nord della frontiera con la Russia. E gli attivisti filo-russi hanno proclamato la «Repubblica Popolare di Odessa» nell’omonima regione dell’Ucraina sud-occidentale.