Sull’Ucraina l’Unione europea aspetta la Russia a Ginevra. I ministri degli Esteri dei ventotto riuniti a Lussemburgo non prenderanno decisioni di rilievo, ma si limiteranno a ribadire l’importanza di rispettare stato di diritto e integrità territoriale dell’Ucraina, e una normalizzazione della situazione attraverso un processo politico e diplomatico. La strategia è nota, e nessuno oggi è intenzionato a cercare la linea dura. Giovedì a Ginevra si riunisce la riunione del ‘quartetto’ per l’Ucraina, composto da Unione europea, Stati Uniti, Russia e Ucraina. Si attende questo incontro per discutere con il partner russo, vero e proprio ago della bilancia di una questione su cui il Cremlino non è esente da responsabilità. In attesa di quell’incontro l’Europa fa attenzione a non indispettire né contrariare l’interlocutore euro-asiatico, e dunque sanzioni economiche a carico della Russia sono da escludere. Lo dicono tutti, e ancor prima dell’inizio dei lavori del consiglio Affari esteri. Lo dice il ministro degli Esteri Federica Mogherini (“non mi sembra sia il momento di aprire la fase 3 delle sanzioni. Il dialogo. Continuiamo a credere che il dialogo sia la sola strada possibile”), lo dice capo della diplomazione lussemburghese Jean Asselborn (“non credo che con le sanzioni si risolva la situazione. Dobbiamo concentrarci su altro, anche perchè la Russia è sanzionata da sola, come dimostra l’andamento della sua moneta”), lo dice Evangelos Venizelos, ministro degli Esteri della Grecia presidente di turno (“la nostra strategia continua a poggiare su due pilastri: rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina e de-escalation attraverso i canali politici e diplomatici”).
A confermare la linea già presa a livello europeo l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Catherine Ashton. “La vera questione è usare l’incontro di giovedì a Ginevra per far diminuire la tensione in Ucraina”. Si vuole in sostanza concordare una soluzione con Mosca, una sorta di ‘exit-strategy’ che sia “vantaggiosa” per tutte le parti in causa. La sensazione diffusa a livello europeo la riassume l’Italia. “In questo momento quello che serve è che ci sia dentro e fuori l’Ucraina un atteggiamento responsabile”, sostiene Mogherini. Per l’Europa l’atteggiamento responsabile è aspettare – per il momento – a decidere per sanzioni. “Dipenderà dall’evoluzione della situazione”, l’avvertimento del britannico Willam Hague.
Emanuele Bonini