La conferenza dei presidenti, l’assemblea dei capigruppo del Parlamento europeo, ha incontrato ieri il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, per discutere le modalità pratiche per l’elezione del prossimo presidente della Commissione europea. La grande maggioranza dei deputati, con l’eccezione dei gruppi euroscettici e dei conservatori che non hanno presentato un candidato unico, hanno ribadito che il candidato designato dovrà essere necessariamente scelto tra uno di quelli decisi dai gruppi politici.
Per la prima volta il capo dell’esecutivo comunitario sarà scelto secondo le regole del Trattato di Lisbona che prevede che il nome venga proposto dai 28 capi di Stato e di governo con un voto a maggioranza qualificata “tenendo conto dei risultati delle elezioni”. Il Parlamento dovrà poi approvare questa proposta a maggioranza assoluta perché il nuovo Presidente entri in carica. Se la maggioranza non ci sarà il Consiglio dovrà proporre un altro nome.
Per questo la conferenza dei presidente ha stabilito che terrà una riunione il 27 maggio, subito dopo le elezioni, per valutarne il risultato. Secondo alcuni gruppi addirittura il Consiglio europeo dovrebbe ascoltare i deputati prima di fare la propria proposta. Il problema che si porrà al momento della scelta è chiaro: visto che nessun candidato otterrà la maggioranza assoluta, il Consiglio dovrà proporre il nome del candidato che ha raggiunto la maggioranza relativa o di quello che riuscirà, attraverso future alleanze in Aula, a far convergere sul proprio nome la maggioranza dei deputati della Plenaria?