La più potente innovazione introdotta nell’ordinamento europeo dal trattato di Lisbona è forse l’Iniziativa dei cittadini. Grazie a questo strumento, qualsiasi cittadino può avviare un processo che attraverso la raccolta di un milione di firme inviti la Commissione ad adottare atti giuridici in un campo specifico.
Oggi le prime iniziative arrivano davanti al Parlamento europeo, che è la prima istituzione coinvolta nel processo, e a vederne il contenuto subito ci si accorge che uno strumento concepito per dare voce ai cittadini rischia invece di diventare un’arma in mano a oscuri gruppi di potere. L’iniziativa “Uno di noi” chiede alla Commissione di vietare in Europa ogni ricerca scientifica sull’embrione umano e di porre fine ad ogni finanziamento pubblico a questo settore. Non è difficile vedere chi si nasconde dietro questa iniziativa registrata da Patrick Gregor Puppinck e da Filippo Vari. Ecco di nuovo l’oscurantismo del peggiore integralismo religioso che minaccia non solo il progresso scientifico ma anche la nostra libertà individuale e i diritti di tutte quelle donne, 800 al giorno, che nel mondo muoiono per problemi di gravidanza e di parto.
La ricerca nel settore delle cellule staminali è già soggetta in Europa a rigorose regole nazionali, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, quindi in sintonia con il sentire di ogni opinione pubblica nazionale. La ricerca sull’embrione umano, non dimentichiamolo, è anche fondamentale per la cura di malattie come il diabete, il morbo di Parkinson e l’Alzheimer. La questione non va certamente affrontata con leggerezza e deve essere oggetto di un dibattito che travalichi l’ambito scientifico e ne comprenda anche l’aspetto etico e religioso. Il sentire di una società cambia nel tempo e va costantemente ascoltato. Ma questo dibattito non può essere soffocato da presupposti ideologici e pregiudizi che affermando una sola etica negano tutte le altre. Nessuno di noi può rivendicare per assolute le proprie convinzioni, nessuna religione ha l’esclusiva della verità, ma come principio sicuramente universale si può affermare che è invece certamente falsa la religione che discrimina gli esseri umani e non ne riconosce l’uguaglianza.
“Uno di noi” si chiama l’iniziativa di quelli che oggi al Parlamento europeo hanno cercato di impedire a un eurodeputato che esprime posizioni opposte alle loro di prendere la parola. Possiamo tranquillamente dire che non è uno di noi chi si nasconde dietro questa tetra iniziativa e che pretende di parlare a nome nostro. Ma uno di loro.
Diego Marani