L’uomo, un immigrato messicano, era colpevole di due omicidi ma secondo la difesa soffriva di disturbi psichici. Ashton: “Profondo rammarico, avevamo chiesto la commutazione della pena”
L’Ue ha espresso “profondo rammarico” per l’esecuzione in Texas con una iniezione letale di Ramiro Hernández Llanas, detenuto colpevole di aver ucciso il suo datore di lavoro. “L’Unione europea aveva chiesto la commutazione della sua condanna in seguito preoccupata sulle sue capacità mentali al momento in cui ha commesso il delitto”, ha scritto in un comunicato la responsabile della diplomazia Ue, Catherine Ashton.
Nel 1997 Hernández Llanas era immigrato clandestinamente dal Messico dopo essere evaso dal carcere in cui era detenuto per una condanna a vita per un altro omicidio compiuto nel 1989. Glen Lich lo aveva assunto per farsi aiutare a rinnovare il suo ranch vicino alla città di Kerrville. Alcuni giorni dopo però Hernandez-Llanas ha attirato il suo datore di lavoro lontano da casa con una scusa, lo ha picchiato a morte con barre in acciaio, e ha poi aggredito anche sua moglie. Secondo la difesa e diverse associazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty Intrnational, l’uomo soffriva di disturbi mentali ma la Corte non gli ha riconosciuto questa attenuante perché si è affidata al giudizio di uno psichiatra non attendibile e che in seguito è stato espulso dalla American Psychiatric Association.
“Riconosco la gravità dei reati ed esprimo la mia sincera solidarietà alla famiglia e gli amici della vittima”, ha continuato la Ashton che ha però ribadito che l’Unione europea “si oppone all’uso della pena capitale in tutti i casi e in ogni circostanza, sulla base della convinzione che la pena di morte sia crudele, disumana e irreversibile, e la sua abolizione essenziale per proteggere la dignità umana”. In particolare, ha aggiunto l’Alto rappresentante, “l’esecuzione di persone con disturbi mentali, compresa la capacità mentale limitata, è in contrasto con le norme ampiamente accettata sui diritti umani ed è in contraddizione con gli standard minimi dei diritti umani esposte in diversi strumenti internazionali”.
Alfonso Bianchi