In tre milioni e 91 mila nel nostro Paese, si sono rassegnati a non trovarae un’occupazione. Nell’Ue oltre 43 milioni di europei hanno solo lavoro part time, ma il 23% vorrebbe lavorare di più
Quasi la metà degli sfiduciati dell’Eurozona, quelli che non provano neanche più a cercare un lavoro, vive in Italia. Anche per il 2013 i dati Eurostat dipingono un quadro a tinte fosche per l’occupazione nel nostro Paese, dove a mancare, prima ancora del lavoro, sembra essere la speranza di trovarne uno. Oltre tre milioni e 91 mila italiani tra i 15 e i 74 anni, rileva l’istituto europeo di statistica, non hanno un’occupazione e nemmeno la stanno cercando: una cifra impressionante che corrisponde a circa la metà di tutti gli sfiduciati dei 18 Paesi dell’area euro.
Molto inferiori le cifre di tutti gli altri Paesi d’Europa. I disoccupati inattivi sono poco più di un milione in Spagna, quasi 700 mila in Polonia e 549 mila in Germania. In totale nell’Eurozona, quelli che non cercano un’occupazione sono 6 milioni e 400 mila, mentre considerando l’Ue a Ventotto la cifra sale a 9 milioni e 300 mila.
Ma i rassegnati non sono l’unica piaga del mercato del lavoro europeo, anche per chi un’occupazione ce l’ha non mancano i problemi. Tra i 216 milioni e 400 mila lavoratori occupati nel 2013 nell’Ue, ben 43 milioni e 700 mila avevano soltanto un’occupazione part-time. A volte una scelta o una necessità, ma per molti non è così: quasi 10 milioni di cittadini europei (il 23% dei lavoratori part-time) sono sottoccupati, cioè vorrebbero lavorare più ore. Nell’Eurozona i sottoccupati sono 6 milioni e 800 mila cioè il 22,1% del totale dei lavoratori a tempo parziale.
Le cifre più alte di lavoratori part time sottoccupati si registrano in Grecia (72%), Cipro (59%), Spagna (57,4%) e Portogallo (45,9%), mentre le più basse in Paesi Bassi (4,2%), Lussemburgo (10,3%) e Repubblica Ceca (11,4%).