Gli hanno tolto il microfono e lo hanno buttato fuori dal podio per poi aggredirlo fisicamente. Il leader del Partito comunista ucraino, Petro Symonenko, parlando delle azioni di protesta dei cittadini russofoni dell’Est del paese, stava pronunciando al Parlamento un duro discorso contro i neofascisti di Svoboda, tra i protagonisti delle proteste a Maidan e parte dell’attuale governo del Paese di cui fa parte il loro leader, Oleksandr Sych, attuale vicepremier. “Siete voi che per primi avete occupato i palazzi del governo quando c’era Janukovyč e siete voi che avete preso gli arsenali con le armi, le stesse armi che ancora brandite in tutto il Paese” ha affermato Symonenko rivolgendosi alle forse di estrema destra dell’Aula, per poi aggiungere: “Avete dato l’esempio di come le cose devono essere fatte, e promosso questo scenario pro-Russo che porterà alla disintegrazione del Paese”.
Symonenko ha accusati i neofascisti di “aver mandato bande militari contro le persone che stavano cercando di lottare per i propri diritti con mezzi pacifici” e di “intimidire le persone e combattere i dissidenti”. A quel punto sono arrivati due esponenti di Svoboda che lo hanno scaraventato fuori dal podio e hanno poi tentato di aggredirlo. In sua difesa sono intervenuti però i suoi compagni di partito. I deputati di Svoboda hanno allora dato il via a una rissa a cui hanno preso parte anche altri esponenti dell’emiciclo. Uno dei deputati aggrediti ha subito diverse contusioni al volto ed è ritornato sanguinante al suo posto.