Il Presidente della Commissione europea: “I programmi inizino subito ad essere avviati e attuati”
I sindacati: “Via elementi di precarietà. Le Pmi: “Si rischia di creare aspettative eccessive”
La Commissione europea è pronta a ‘spendere’ di più per sostenere le politiche di occupazione per i giovani, a patto che i Paesi membri facciano la loro parte per affrontare in modo serio ed efficace la situazione. Parola di José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea. In occasione della conferenza “Garanzia per i giovani: renderla reale” organizzata dall’esecutivo comunitario, Barroso ha ricordato come l’Unione europea – intesa come Commissione e Stati membri – abbia già garantito oltre sei miliardi di euro: per il periodo 2014-2020 sono stati individuati 3,2 miliardi di euro da una voce specifica del bilancio comunitario e 3,2 miliardi dal Fondo sociale europeo.
“Abbiamo 6 miliardi di euro e possiamo aumentare queste risorse, se necessario – ha detto Barroso – ma bisogna che i programmi inizino subito ad essere avviati e attuati”. Il successo della Garanzia giovani, ha aggiunto “sottende uno sforzo dei governi”. È su di loro che grava la responsabilità maggiore: “Il punto critico dell’attuazione è livello di Stati membri, perché le politiche occupazionali statali sono di loro competenza”.
A livello europeo il lavoro è enorme. Ci sono 13 milioni di giovani di età compresa tra 14 e 24 anni tra disoccupati (5,5 milioni) e ‘Neet’ (7,5 milioni), quanti non studiano e non cercano lavoro. “Dobbiamo concentrarci soprattutto sui Neet”, il monito di Barroso. Altrimenti le persone che oggi non investono in formazione né cercano di entrare nel mondo del lavoro saranno capitale umano sprecato. “I giovani sono fondamentali per la crescita e la competitività, e noi non vogliamo una generazione perduta”. Barroso ha quindi rivolto un consiglio ai Paesi membri: evitare posizioni e pratiche anti-europeiste, specie adesso che l’Europa vive in campagna elettorale. “I giovani vanno verso l’Europa se l’Europa va verso i giovani”. L’Europa ha messo in campo la garanzia per i giovani, ora i Paesi membri devono dire come intendono ricorrervi. “Finora 23 paesi hanno presentato la domanda e i piani per usufruire dei fondi, e attendiamo i piani degli altri cinque paesi”.
Barroso ha promesso un aumento delle risorse già promesse in caso di necessità. Bisogna capire fino a che punto un Presidente e una Commissione uscenti potranno tener fede a questa promessa, ma le parti sociali si concentrano sulla garanzia in sé. “La garanzia giovani non deve ingannarci”, il commento di Bernadette Sègole, segretario della Confederazione europea dei sindacati (Etuc). “L’esigenza deve essere dare lavoro ai giovani, ma che sia di qualità. E per favorire questa occupazione di qualità bisogna mettere da parte le politiche di austerità messe in atto finora”. Non solo. Oltre alla disoccupazione “bisogna eliminare anche gli elementi di precarietà”. In Europa, ha ha sottolineato Sègole, “serve occupazione di qualità per tutti, giovani e meno giovani”. Ha messo in guardia invece il segretario generale dell’Associazion europea dell’artigianato e delle piccole e medie imprese (Euapme), Peter Faross: “Con la garanzia giovani si rischia di creare aspettative eccessive tra giovani”.
Emanuele Bonini
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