Il nome del commissario italiano figura tra quelli dei sei membri dell’esecutivo Ue che saranno messi in congedo perché in corsa per il Parlamento europeo. Concessa una deroga a De Gucht che ha promesso di non partecipare attivamente alla campagna. La pausa durerà dal 19 aprile al 25 maggio
Ora è ufficiale, anche il commissario italiano, Antonio Tajani, è candidato alle elezioni europee del prossimo 25 maggio. A comunicarlo è lo stesso responsabile europeo per l’industria, che su twitter scrive: “Informato @BarrosoEU su decisione di candidarmi alle europee con @forza_italia. Poco dopo la conferma ufficiale: il nome di Tajani figura tra quelli che Commissari europei che saranno “messi in pausa” dal proprio ruolo di esponenti dell’esecutivo Ue fino a che non concluderanno la corsa per il Parlamento europeo. Ad annunciarlo è lo stesso presidente, Josè Manuel Barroso che in questo modo mette fine alle pressioni sull’inopportunità del doppio ruolo svolto in queste settimane da diversi commissari che avevano già ufficializzato la volontà di correre per il Parlamento europeo. A prevedere l’incompatibilità è lo stesso codice di condotta dei commissari, secondo cui, se alcuni esponenti dell’esecutivo Ue decidono di “giocare un ruolo attivo nella campagna elettorale, devono astenersi dai lavori della Commissione durante tutto il periodo”.
È così avverrà per sette dei sei commissari che hanno deciso di candidarsi. Si tratta di Viviane Reding, commissaria Ue alla giustizia, Antonio Tajani, commissario all’industria, Maros Šefčovič, commissario per le relazioni interistituzionali, Olli Rehn, responsabile degli affari economici, janusz Lewandowski, commissario per la programmazione finanziaria e il bilancio e Neven Mimica, incaricato per la politica dei consumatori. Il congedo partirà dal 19 aprile e terminerà il 25 maggio con le elezioni europee. Fa eccezione solo il commissario Rehn, la cui “pausa” elettorale partirà già dal 7 aprile. Il congedo non è pagato e, durante tutto il periodo, i commissari non possono utilizzare in alcun modo le risorse umane o materiali della Commissione europea. Passata la scadenza elettorale, dal 26 maggio, i commissari che non saranno eletti riprenderanno le loro normali funzioni di commissari. Chi invece riuscirà a guadagnare un seggio al Parlamento europeo dovrà consegnare a Barroso le sue dimissioni, al più tardi alla fine del mese di giungo.
Particolare il caso del commissario al commercio, Karel De Gucht, l’unico commissario che correrà per il Parlamento europeo ma che non è stato messo in congedo pre-elettorale. De Gucht, infatti, a differenza degli altri membri dell’esecutivo Ue ha pubblicamente annunciato che non prenderà parte attiva alla campagna elettorale e che, anche se eletto, non ha intenzione di ricoprire la carica di eurodeputato. Il confine in realtà è labile, visto che nell’agenda del responsabile Ue per il commercio già figurano dibattiti elettorali. Ma per la Commissione le rassicurazioni di De Gucht sono per il momento sufficienti: c’è stata “chiarezza completa” sul comportamento che intende tenere durante la campagna, spiega la portavoce dell’esecutivo comunitario, Pia Ahrenkilde Hansen. E cioè il commissario “non prenderà alcuna posizione che possa mettere in questione l’imparzialità con cui esercita il suo mandato e consacrerà l’essenziale del suo tempo al suo lavoro” in Commissione.
Già stabilito anche chi prenderà temporaneamente il posto dei commissari in congedo. Barroso stesso si occuperà del portafoglio di Šefčovič, il commissario ai trasporti Siim Kallas sostituirà Rehn alle politiche economiche, Andris Piebalgs, responsabile per lo sviluppo, prenderà il posto di Lewandowski, il commissario per le politiche regionali. Johannes Hahn farà le veci di Reding. A sostituire il commissario italiano, Tajani, sarà Michel Barnier, responsabile per il mercato interno, mentre il commissario Ue al lavoro Lazslo Andor, prenderà l’incarico di Mimica.
A questo punto si riapre il dibattito sul Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che rimane così l’unico tra i massimi rappresentanti delle istituzioni Ue candidato eppure saldamente in carica. Già tempo fa i Verdi e la Destra tedesca gli hanno chiesto di fare un passo indietro, richiesta che per ora Schulz ha rispedito al mittente.