Oltre 3.500 persone domenica sono accorse da tutta Europa al quartiere istituzionale di Bruxelles per partecipare alla manifestazione per l’autodeterminazione dei popoli. Ma le firme raccolte sono pochine
Coordinati dalla “Commissione Internazionale dei cittadini europei” (Icec) e con lo slogan “It’s time for Self-determination” (E’ tempo di autodeterminazione), circa 3.500 indipendentisti europei si sono dati appuntamento al Parco del Cinquantenario di Bruxelles per protestare le loro ragioni e presentare la consegna al Presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, di quasi un milione di firme (registrate online) raccolte in tutta Europa a “difesa dell’esercizio del diritto universale all’autodeterminazione”. Non un enorme successo di partecipazione popolare, a dire il vero.
L’appello alla partecipazione attiva è stato lanciato ufficialmente dal gruppo parlamentare europeo EFA (“European Freedom Alliance”). Ne fanno parte i movimenti protagonisti della battaglia per l’autodeterminazione dei popoli in Europa, come la Sinistra Repubblicana di Catalogna (ERC), lo Scottish National Party (SNP), la Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA), il Blocco Nazionalista Galiego (BNG), il Basco Eusko Alkartasuna (EA), la Liga Veneta Repubblica (LVR), ancora, in Veneto, movimenti politici come Veneto Stato, le associazioni Veneto Stato D’Europa, Raixe Venete e lo stesso Comitato per il Referendum sull’indipendenza -“Il Veneto Decida”, il Centro Studi l’Insorgente (Lombardia), il Partito della Nazione Corsa (PNC) e il Sud Tiroler Freiheit (STF) di Eva Klotz.
Nel 2014, dopo il “referendum” autoproclamato dalla Lega in Veneto, a settembre, sarà la volta di uno vero in Scozia e, a novembre, di quello dichiarato illegittimo da governo di Madrid in Catalogna.
I manifestanti chiedono all’Europa e agli organismi internazionali di riconoscere le loro istanze, rispondendo in maniera sensibile alla volontà – quando democraticamente espressa – dei cittadini e delle loro petizioni, come
sancito dai Trattati stessi dell’Ue, applicando il diritto internazionale dell’autodeterminazione dei popoli. Per parlare all’Europa, lo slogan degli indipendentisti invita a rispettare l’attuazione del diritto di autodeterminazione: “It’s about Democracy” (Si tratta di Democrazia).
“Abbiamo costituito questi network organizzandoli e coordinandoli a livello europeo – ha spiegato Fabrizio Comencini, leader di Liga Veneta Repubblica – mossi non solo da ragioni economiche, ma primariamente identitarie e culturali, il cui carattere straordinario è l’essere super-partitici, ovvero oltre la bandiera di partito o orientamento politico”. Secondo Comencini: “La Regione Veneto ha un suo Statuto, un territorio ben definito e la Giunta regionale come organo di governo: i tre requisiti necessari per stabilire l’ autodeterminazione”, e dunque il movimento chiede “alla Ue di tutelare e riconoscere il referendum per l’indipendenza del Veneto, sottoscritto nei mesi scorsi da decine di migliaia di cittadini”. Sarà dura, perché Barroso ha già risposto, più di una volta, con un semplice “no” alla ripetuta richiesta della parlamentare europea della Lega Mara Bizzotto se secondo la Commissione il Veneto ha diritto a effettuare un referendum per l’indipendenza.
Di fronte all’arco del Parco del Cinquantenario, punto di incontro e partenza del corteo, i partecipanti si sono disposti opportunamente per formare la scritta “self-determination”. Il momento è stato filmato dall’alto e dagli scatti di fotografi saliti sulla cima dell’Arco. Tra canti e slogan indipendentisti, sono emerse più decise le voci catalane e fiamminghe. Dall’Italia, alle prese con la profonda crisi economica, le delegazioni più numerose sono state quelle provenienti dal Sudtirol, dal Veneto, dalla Lombardia e dalla Sardegna.
Giulia Garofalo