A febbraio i dati Eurostat mostrano percentuali costanti, ma si registrano movimenti al ribasso. Nello Stivale: in un anno aumenta dell’1,2% il tasso generale, cresce del 3,6% quello giovanile
In Europa la disoccupazione non diminuisce in termini percentuali, ma decresce in termini assoluti. Lo rileva l’Eurostat nei dati diffusi oggi e riferiti al mese di febbraio. A febbraio il tasso di senza lavoro tocca l’11,9% nella zona Euro, stabile rispetto a gennaio, e il 10,6% nell’Unione europea, con una flessione dello 0,1% rispetto al mese precedente. Ma i dati interessanti sono dati dai numeri assoluti e dal rapporto su scala annuale: a febbraio in tutta l’Unione europea si stimano 25.920.000 persone senza lavoro, 65.000 in meno rispetto a gennaio. La differenza su scala annua (febbraio 2013-2014) vede un una diminuzione del numero di senza lavoro di 619.000 unità. Dei 25.920.000 disoccupati dell’Ue, 18.965.000 si trovano nei paesi dell’eurozona: qui a febbraio si contano 35.000 disoccupati in meno rispetto a gennaio, e ben 166.000 in meno in un anno.
Facendo un paragone su scala annua l’istituto di statistica europeo rileva un aumento del tasso di disoccupazione in undici stati membri dell’Ue (Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi). Tra questi gli stati con i picchi massimi di aumento annuale di dissoccupazione sono Cipro (+2%, da 14,7% a 16,7%), Grecia (+1,2%, da 26,3% a 27,5%), e Italia (+1,2%, passata da un tasso di disoccupazione del 11,8% di febbraio 2013 al 13% di febbraio 2014). Nel nostro paese, in un solo anno, sono stati bruciati 273.000 posti di lavoro, con il numero di senza lavoro arrivato a 3.307.000 di persone (erano 3.034.000 a febbraio 2013).
Analoga situazione sul fronte della disoccupazione giovanile: a livelli europeo dimunisce il numero degli under 25 senza un impiego, con alcuni paesi membri in controtendenza (l’Italia è fra questi). A febbraio l’Eurostat rileva 5.392.000 di giovani disoccupati nell’Ue, in calo rispetto al mese precedente (-45.000) e su scala annua (-295.000). Analogo andamento si registra in Eurolandia, con 3.415.000 under 25 senza lavoro (-38.000 rispetto a gennaio, -194.000 in un anno). Brutte notizie, però, per otto paesi membri (sui diciannove di cui l’Eurostat dispone i dati relativi alla disoccupazione giovanile): Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Italia, Malta e Paesi Bassi vedono crescere il numero di propri giovani senza un impiego. Disastrosa la performance italiana: in un anno – da febbraio 2013 a febbraio 2014 – il tasso dei giovani con minori di 25 anni senza lavoro è cresciuto del 3,6% (da 38,7% a 42,3%). In termini assoluti nel nostro paese si contano 27.000 giovani disoccupati in più, saliti complessivamente a 678.000.
“Il problema della disoccupazione giovanile è un particolarmente serio in Italia e anche in altri stati membri”, afferma il portavoce della Commissione europea, Jonathan Todd. “Per questo è di fondamentale avviare le riforme” necessarie per invertire questa tendenza. “Tutti i paesi membri hanno presentato i piani per usufruire della garanzia per i giovani, e ci aspettiamo che tutti gli stati membri mettano in atto questi piani”.
Renato Giannetti