Dopo la “storica” visita del leader della Repubblica popolare alle istituzioni europee c’è l’impegno ad arrivare alla “rapida conclusione” di un accordo commerciale “ambizioso” tra le due potenze. Al rispetto dei diritti umani solo qualche accenno e Pechino si impegna a “tagli significativi” nelle emissioni di gas
Si parla delle relazioni tra le due potenze, si sfiora il tema dei diritti umani, si fa un accenno anche alla gestione della crisi ucraina. Ma è sostanzialmente un interesse economico quello che porta, per la prima volta nella storia, un presidente cinese a Bruxelles. Il leader della Repubblica popolare, Xi Jinping arriva nella sede dell’Ue dopo un tour europeo che lo ha visto attraversare diversi Paesi del Vecchio Continente. Qui incontra tutti i più alti rappresentanti: il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, quello del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy e l’Alto rappresentante per la politica estera delll’Ue, Catherine Ashton. Incontri blindatissimi, soprattutto per la stampa: nemmeno una conferenza finale per raccontare ai cronisti di cosa si sia parlato durante l’incontro “storico” perché, come spiegano fonti europee, il presidente cinese ha esplicitamente rifiutato di incontrare rappresentanti dei media. I risultati dei faccia a faccia sono quindi affidati soltanto ad un comunicato congiunto di Xi Jinping con Barroso e Van Rompuy: un documento per la verità piuttosto vago su temi chiave, come i diritti umani, e che sorvola direttamente su altri punti come il Tibet o il rispetto delle minoranze in Cina.
Quello che appare chiaro, però, è l’interesse del gigante asiatico ad avvicinare il mercato europeo. Una scelta imprescindibile se la Cina, oggi seconda potenza mondiale, vuole mantenere gli obiettivi di crescita, fissati al 7,5%. Pechino e Bruxelles, si legge nel comunicato finale, puntano “ad una rapida conclusione di un accordo ambizioso” che comprenda le regole per la protezione degli investimenti e l’accesso ai rispettivi mercati. Il rappresentante della Repubblica popolare, spiegano fonti Ue, ha mostrato grande interesse ad aprire un accordo di libero scambio. Si tratterebbe di un’intesa multi miliardaria, che creerebbe un mercato potenziale da quasi due miliardi di persone con indubbi vantaggi anche per l’Europa, che pure deve superare diverse preoccupazioni. Secondo Bruxelles si tratta di un risultato non raggiungibile “nell’immediato futuro”, ma che si potrebbe considerare realistico “nel medio termine”.
“Concludere un accordo comprensivo di investimento Ue-Cina – recita il comunicato finale – unirà le due parti nell’impegno comune ad una cooperazione più forte e nella disponibilità a prevedere relazioni più ampie, tra cui, una volta che le condizioni siano stabilite, un accordo di libero scambio globale e approfondito, come prospettiva di lungo termine”. Un impegno, quello che il presidente cinese Xi Jinping è riuscito a strappare, che sembrava impensabile solo fino a poco tempo fa, quando Bruxelles e Pechino si facevano la guerra a suon di dazi sulle importazioni dei pannelli solari.
Sul rispetto dei diritti umani appena un accenno. Le due parti, dice il comunicato, hanno riaffermato l’importanza di promuoverne la protezione e hanno concordato di “approfondire gli scambi sui diritti umani a livello bilaterale e internazionale sulla base di uguaglianza e rispetto reciproco”. Inoltre “l’Ue – si legge nel comunicato – sosterrà la Cina nella costruzione una società prospera in tutti gli aspetti. Al contrario, la Cina supporterà il processo di integrazione europea”.
I leader europei e cinese hanno discusso anche di affari internazionali e insieme hanno concordato sul “ruolo centrale delle Nazioni Unite negli affari internazionali” e “sull’importanza di risolvere dispute internazionali e regionali attraverso soluzioni pacifiche”. Nel comunicato non se ne parla esplicitamente ma il tema Ucraina, spiegano fonti Ue, è stato sollevato. La Cina ha ribadito il principio di non interferenza negli affari di Paesi terzi ma ha anche detto di sostenere l’integrità territoriale dell’Ucraina, seppur facendo riferimento ai forti legami che uniscono la Russia alla Crimea.
In conclusione anche un passaggio sulla lotta al cambiamento climatico. Entrambe le parti, e quindi anche la Cina, assicurano i leader, “hanno sottolineato il loro impegno a fare tagli significativi nelle emissioni di gas attraverso azioni credibili e verificabili”. Un impegno che, se mantenuto, non sarebbe cosa da poco visto che la Cina è uno dei Paesi più inquinanti del mondo. Le azioni da mettere in atto, hanno concordato Ue e Cina, dovranno essere presentate ben prima della conferenza generale sul clima di Parigi 2015. E quindi già a breve termine.
Letizia Pascale