Bruxelles – Sono pochi e “piccolini” come li definisce il presidente del club, ma i tifosi del Bologna a Bruxelles ci sono e pensano in grande. Sono partiti in sordina, tre anni fa, hanno raggiunto un numero fisso di dieci persone, si sono iscritti al circuito ufficiale dei Bologna Club, hanno da poco aperto una pagina facebook e per il futuro potrebbero essere il primo club di una squadra di calcio italiana ad affidare la direzione dell’organizzazione a un cittadino non italiano. Il club del Bologna, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ha molto da dire e offrire. Si parte, come sempre avviene per i club calcistici, dalla fede sportiva. “Forza Bologna sempre e ovunque… e soprattutto a Bruxelles!”, il motto che fa bella mostra di sé sulla pagina facebook del club. A proposito, il club si chiama “Bruxelles rossoblu”, senza alcun riferimento al nome della squadra. Rossoblu, solo in Italia, sono i colori di altre squadre quali Genoa e Cagliari (e a Bruxelles c’è anche un club del Genoa), ma i fondatori del club non vi fanno caso. “E’ vero, non abbiamo messo il nome della squadra per richiamare il Bologna o per identificarci, forse è un po’ pretenzioso”, riconosce il presidente del club Fabio Galetti, un’altra storia di italiani trapiantati all’estero. “Non ci abbiamo pensato”. Il mondo bolognista è rosso-blu punto e basta, il resto non conta. “Magari in futuro cambieremo nome, ma vedremo”.
Intanto “Bruxelles rossoblu” non muta la propria natura. Mantiene il nome e punta a crescere. Fondato nel 2011 da Piero Venturi, il club è nato per raccogliere attorno a un tavolo e soprattutto attorno a un televisore gli italiani bolognesi e bolognisti di stanza a Bruxelles. Poi Venturi si è spostato in Brasile per motivi di lavoro, e la guida del club è passata a Fabio Galetti. “Non siamo mai stati tantissimi”, premette. “Un po’ perchè il Bologna non è una squadra come Juventus o Milan che porta con sé un grande bacino di sostenitori, un po’ perchè di tifosi del Bologna qui a Bruxelles non ce ne sono molti”. Questo non ha impedito a “Bruxelles rossoblu” di affiliarsi al CBC, il centro Bologna club, diventano uno dei tre club ufficiali del Bologna di tutta Europa (se ne trova uno a Lisbona e un altro a Praga). Tuttavia il numero di iscritti ha inciso e incide ancora quando scende in campo la formazione erede de “lo squadrone che tremare il mondo fa”, per usare l’espressione con cui il Bologna divenne celebre negli anni Trenta del secolo scorso, quando vinse i suoi trofei europei (2 coppe dell’Europa centrale e il torneo internazionale dell’expo universale di Parigi, imponendosi come prima formazione italiana a sconfiggere ed eliminare una compagine inglese). “Non abbiamo un ritrovo stabile”, spiega ancora il presidente del club. “Per via del numero esiguo ci appoggiamo a diversi pub, spesso al Fat Boy altre volte il De Valera’s, ma all’inizio ci ritrovavamo a casa di amici, tra amici”.
La situazione, dunque, è cambiata. Il gruppo è cresciuto, passando dalle due-tre persone iniziali alle undici-dodici di oggi, con la presenza di tifosi internazionali. Ci sono un tedesco e un belga, ‘convertiti’ alla fede rossoblu da due iscritte al club. L’iscritto belga, evidenzia Galetti, “è molto attivo, partecipa sempre ed è andato addirittura allo stadio Dall’Ara (lo stadio dove gioca le partite casalinghe il Bologna, ndr)”. E’ un tifoso talmente accesso che “sto pensando di lasciare a lui la presidenza del club”, rivela Galetti. Sarebbe un ‘unicum’ nel panorama dei club delle squadre di calcio italiane a Bruxelles recensiti fin qui da Eunews. Ma per questo si vedrà. Oggi intanto la pagina facebook rende il club più accessibile e visibile a tutti, e si lavora per “trovare una sede stabile” per il club “Bruxelles rossoblu”. L’imperativo è chiaro: “Forza Bologna sempre e ovunque… e soprattutto a Bruxelles!”. A questo, aggiunge Galetti, si aggiunge una missione: “rilanciare il club”.
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