Previsti anche gli incontri con il ministro Orlando e con rappresentanti di politica e associazioni
Iacolino (Ppe): “Le sanzioni inflitte dalla Corte di Giustizia europea impongono scelte tempestive”
Una delegazione del parlamento europeo è partita alla volta dell’Italia in una missione che durerà fino a venerdì per verificare lo stato delle nostre carceri, nello specifico quello di due centri di detenzioni tra i più sovraffollati della nazione, Rebibbia a Roma e Poggioreale a Napoli. La delegazione sarà guidata dal presidente della commissione per le Libertà civili, lo spagnolo Fernando López Aguilar (S&D), e ne faranno parte gli eurodeputati Frank Engel (Ppe) e Kinga Göncz (S&D), che saranno accompagnati da tre italiani: Salvatore Iacolino (Ppe), Roberta Angelilli (Ppe) e Salvatore Caronna (S&D). Oltre a visitare i penitenziari i sei deputati incontreranno personalità del mondo delle istituzioni e delle associazioni tra cui il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il direttore del dipartimento dell’amminstrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, il presidente della commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, Luigi Manconi, il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris e un rappresentante del sindacato autonomo della polizia penitenziaria (Sappe) Emilio Fattorello.
“Le sanzioni inflitte dalla Corte di Giustizia europea, che ha ripetutamente condannato il nostro Paese, impongono al governo Renzi scelte chiare e tempestive . Il numero dei detenuti in attesa di sentenza di primo grado è troppo elevato: circa il 44%. Non si può privare un individuo della libertà e, al tempo stesso, non garantirgli il diritto ad un processo che venga celebrato in tempi brevi. Nei confronti del detenuto che invece è stato condannato, il sistema penitenziario si deve impegnare nella rieducazione, fornendo strumenti utili per il reinserimento nella società una volta uscito dal carcere”, ha dichiarato Iacolino. Secondo il deputato “in Italia non è più rinviabile una riforma della giustizia, sia penale che civile, che possa eliminare storture e iniquità”.