colonna sonora: Nofx – Flossing a Dead Horse Putin gioca a Risiko e l’Europa risponde a Monopoli. E’ come se durante una partita di bocce un giocatore calasse l’asso di briscola. Le reazioni dell’occidente alla Russia sono troppo deboli, da lunedì vado ad occupare la sede della Rappresentanza della Crimea e mi incateno alle segretarie ucraine. Cioè crimee. O forse dovrei dire russe. Insomma mi ci incateno e poi glielo chiedo.
Intanto Bruxelles è blindata per il nuovo vertice dei capi di stato che ormai si incontrano anche per piacere personale, tipo le comitive in piazzetta, e decidono di farlo sempre di giovedì e venerdì, per cercare di impedire l’uscita di Fuori Tema, che invece arriva puntuale come un trolley di cocaina dal Venezuela.
Ho deciso di smettere di criticare Renzi perché al momento, a meno che domani non scendiate tutti in piazza con fucili e forconi, è l’unica possibilità che abbiamo di far ripartire il paese (sperando che una volta partito arrivi fino ai Caraibi, sai che ficata?), e non è possibile che lo sport preferito dagli italiani sia criticare chiunque faccia qualcosa. Anche se si tratta di aver vinto un Oscar.
Siamo come i pensionati che guardano i cantieri aperti grazie a gare truccate da appalti mafiosi che non verranno mai portati a termine. Ci vuole un po’ di ottimismo!
Renzi ha sfilato la poltrona da sotto il culo di Letta, è vero, ma quest’ultimo ci si era addormentato sopra. È giovane, ambizioso, dice cose sensate e sembra che voglia anche attuarle, ci sa fare con la Merkel (che finalmente ha stracciato i piani per l’invasione del nostro paese dopo il “culona inchiavabile” dell’ex cavaliere), in Europa lo apprezzano perché somiglia a Mr.Bean, ha un modo di fare che ricorda molto quello di Berlusconi così gli italiani si sentono più tranquilli… Diamogli fiducia.
Se fallirà potremo linciarlo (moralmente), ma farlo prima sarebbe come dare una botta in testa al pilota dell’aereo col quale stai volando verso i Caraibi perché nel frattempo hai letto qualcosa sulla tettonica delle placche (in realtà cercavi un’altra cosa, riguardo le ucraine/crimee/russe, ma il caso ha voluto che ti ritrovassi su un sito di geologia) e hai scoperto che l’Italia laggiù non ci sarebbe mai arrivata solo grazie alla deriva dei continenti e visto che si continua a parlare di italiani che scappano all’estero hai pensato bene di farlo verso una località da dépliant chiedendoti perché mai invece vadano tutti in posti freddi e piovosi tipo Londra Berlino Bruxelles o Helsinki, a quelli davvero dev’essergli fuggito il cervello.
E mentre c’è chi vola ai Caraibi, chi torna coi trolley pieni di souvenir (tipo 24 chili), chi emigra in cerca di lavoro (e per avere dell’Italia un ricordo aureo, come col primo amore, che se lo rivedi oggi neanche lo riconosci) e chi rimane a mandare avanti il paese, orgogliosamente precario, tra bamboccioni e fannulloni; mentre i capi di governo si interrogano sull’unione bancaria, la situazione in Crimea, l’Europa League e su cosa faranno a Pasqua; mentre Putin cerca alleati tra gli anti europeisti per cancellare l’euro e sostituirlo col rublo; mentre la primavera arriva nel fuckin’ nordeuropa insieme a una pioggia gelata; mentre l’universo continua ad espandersi e modificarsi e noi facciamo finta di essere il fulcro di tutto; mentre succede tutto questo, un’altra puntata di Fuori Tema è passata, scritta di corsa nascondendomi negli angoli più remoti del Consiglio, cercando tranquillità ed ispirazione tra una telefonata e l’altra, e anche questa volta ognuno ha imparato qualcosa.
Per esempio che bisogna sempre avere un articolo pronto, da pubblicare quando non si ha tempo di scriverne uno nuovo. Per lo meno di scriverlo bene.
Buon uichènd a chi vuole cambiare l’Italia, ad esempio con un’isoletta ai Caraibi.
Francesco @Ceskoz_ Cardarelli