Renzi: “Alla ricerca di una soluzione politica”. Il Consiglio europeo discuterà di nuove possibili sanzioni e andrà alla firma della parte politica dell’accordo di associazione con Kiev. Spazio anche a competitività, meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie e target ambientali
Economia, clima ed energia, preparazione del summit Ue-Africa, ma soprattutto tanto spazio alla discussione sull’Ucraina, alla ricerca, come ha spiegato il presidente del Consiglio Matteo Renzi ieri alla Camera e al Senato, di “una soluzione politica che sia rispettosa del diritto internazionale”. Quella del Consiglio europeo che si aprirà domani è un’agenda profondamente sconvolta dall’attualità, con le tensioni sull’annessione della Crimea alla Russia che rubano la scena ai temi già in calendario.
Sarà dedicata all’economia la prima parte del summit, giovedì pomeriggio. I capi di Stato e di governo faranno un bilancio di questa prima parte di semestre europeo e si occuperanno di competitività dell’industria, riflettendo su come creare una forte base industriale in termini di produzione e investimenti. Poi una discussione sulla strategia Europa2020 alla presenza del presidente della Banca Centrale europea, Mario Draghi con cui si farà il punto sulla realizzazione degli obiettivi per rilanciare l’economia Ue, in vista della revisione prevista per il 2015. Alla fine della sessione saranno adottate conclusioni sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie
Nell’agenda di venerdì, invece, la strategia Ue su clima ed energia per il 2030. I leader dei Ventotto discuteranno un dossier su cui gli Stati sono fortemente divisi. Da una parte Italia e altri dodici Paesi, schierati a favore di una rapida adozione del taglio vincolante a livello nazionale del 40% di Co2 rispetto al 1990 e di un target europeo di almeno il 27% di energia da rinnovabili. Dall’altro il blocco dei Paesi dell’Est, Polonia in testa, che vuole rimandare la decisione a dopo la conferenza Onu di Parigi del 2015, da cui è atteso il nuovo accordo globale sul taglio di Co2. In attesa di un accordo, che con ogni probabilità non ci sarà, la bozza di conclusioni del vertice non fa cenno ai target e rimanda il tema al vertice di giugno.
I capi di Stato e di governo affronteranno anche il tema energia, proseguendo la discussione iniziata nel Consiglio europeo di maggio 2013 su come completare entro il 2014 il mercato interno dell’energia e sviluppare, entro il 2015, le interconnessioni necessarie perché tutti gli Stati membri possano essere collegati alle reti europee. Ma i leader discuteranno anche di come diminuire la dipendenza energetica del continente, tema tanto più importante alla luce delle tensioni con la Russia. L’obiettivo dell’Ue, spiega la bozza di conclusioni, è “accelerare l’ulteriore diversificazione delle forniture energetiche, elaborare modi per aumentare il suo potere di negoziazione, continuare a sviluppare le rinnovabili e altre fonti energetiche interne, coordinare lo sviluppo delle infrastrutture”.
Parte della discussione sarà poi dedicata alle relazioni tra Ue e Africa. In vista del summit di 2 e 3 aprile, il Consiglio sottolineerà che buone relazioni tra i due continenti richiedono un forte impegno politico per la pace e la sicurezza.
Gran parte del vertice sarà però dedicata alla situazione in Ucraina. Già dalla cena di giovedì, i leader dei Ventotto discuteranno di come rispondere allo svolgimento del referendum in Crimea, che continuano a definire “illegittimo e illegale” e al comportamento della Russia, che dando il via all’annessione ha violato i trattati internazionali e ignorato le richieste di de-escalation giunte dai partner occidentali. Probabile che scatti un nuovo pacchetto di sanzioni, la fase tre delle misure punitive contro Mosca concordate dai leader nel corso del vertice straordinario sull’Ucraina dello scorso 6 marzo. La decisione della Russia di compiere ulteriori passi per destabilizzare la situazione, dicevano allora le conclusioni, “porterebbe a serie conseguenze per le relazioni tra l’Ue e i suoi Stati membri da un lato e la Russia dall’altro”, conseguenze che riguarderanno “un’ampia gamma di aree economiche”. Innegabile che con l’annessione della Crimea, Mosca abbia compiuto queste passi, resta da vedere se l’Ue attuerà le minacce.
Venerdì mattina, prima dell’inizio del vertice, sarà poi firmata la parte politica dell’accordo di associazione con Kiev, così come stabilito nelle scorse settimane. A siglare l’accordo sarà presente il Primo ministro del governo ad interim ucraino, Arseniy Yatseniuk.
“Credo che chi rappresenta un paese nel Consiglio Ue debba partire da questa Europa che oggi vive una fase di difficoltà evidente agli occhi dei cittadini e non serve il sondaggio dei talk show per ricordarci come sia forte il rischio di una forte affermazione dei partiti populisti e antieuropeisti”, ha detto Renzi parlando ieri alla Camera in vista del vertice di oggi e domani. “Dobbiamo lottare contro un’Europa espressione della burocrazia e della tecnocrazia e riprendere lo sguardo alto dei paesi fondatori… Nei prossimi otto mesi ci sarà un passaggio elettorale rilevante – ha ricordato il premier -, avremo il cambiamento della commissione Ue e il semestre a cui Enrico Letta, che saluto e ringrazio, ha dato importanza e stimolo”. L’Italia si presenta a Bruxelles consapevole “che abbiamo mille limiti e difficoltà ma che se l’Italia si dà da fare può ambire alla guida dell’Ue per prossimi i 20 anni e non per sei mesi. Non andiamo con il cappello in mano o a chiedere elemosine”.
Il limite del 3% nel rapporto deficit/pil secondo il premier “è oggettivamente un parametro anacronistico”, ma comunque da parte dell’Italia “non ci sarà nessuno sforamento”. “Quel che in queste ore sfugge non è la discussione su 3% o meno”, ha però sottolineato Renzi, “quel che è necessario non è lo sforamento ma il rispetto del 3% con una modifica, vedremo se possibile, dal 2,6% al 3%”. Nell’informativa al Senato il premier ha insistito che “noi non intendiamo sforare il limite del 3 per cento e lo diciamo consapevoli che altri paesi, questo limite, lo stanno ampiamente oltrepassando, a partire da paesi di grande importanza come la Francia che è oltre il 4 per cento”. “Abbiamo ampiamente le carte in regola”, ha insistito.
Nel corso del Consiglio Ue, ha poi detto Renzi, “avremmo dovuto parlare si crescita, competitività e di occupazione ma le vicende di crisi a cui stiamo assistendo in Ucraina sicuramente saranno particolarmente approfondite” . Per risolvere questa crisi serve “una soluzione politica”, che sia “rispettosa del diritto internazionale e “non ci faccia tornare indietro rispetto ad un disegno di cortina di ferro che probabilmente è solo negli incubi ma che noi dobbiamo scongiurare”.
Letizia Pascale
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