Crollano i popolari, crescono i socialisti, sfonda la sinistra e triplicano i non iscritti (quasi tutti euroscettici). E’ questo il panorama del nuovo Parlamento europeo (che passa da 766 a 751 membri) disegnato da un sondaggio di VoteWatch Europe in collaborazione con la società di comunicazione Burson-Marsteller. In questo panorama di risultati è difficile dire quale maggioranza potrà formarsi a sostegno di un candidato presidente della Commissione. In teoria i “perdenti” Popolari, liberali e conservatori più qualche partito nazionale potrebbero assicurare una maggioranza al candidato del Ppe Jean-Claude Juncker, ma è forse più ragionevole pensare che invece i vincenti più qualche perdente aggregato possano sostenere il candidato del Pse Martin Schulz.
In base ai numeri il crollo del ppe è rumoroso, passerebbe dal 35,8% al 28,1, mentre i socialisti salirebbero dal 25,5 al 28,6. In termini di seggi questo vuol dire che il Ppe ne perderebbe 63 e i socialisti ne guadagnerebbero 20. Il grande salto in avanti lo farebbe la sinistra, passando dal 4,6% e 35 seggi al 7,9% e ben 59 seggi, diventando il quarto gruppo parlamentare. Crollano i liberali, dall11,0% all’8,8 con i seggi che calano da 84 a 66. In discesa anche i verdi, dal 7,6% e 58 seggi a, 4,9 e 37 posti. Grande successo per i “non iscritti”, il gruppo che raccoglie le forze nazionali che non hanno un partito europeo, che passano dal 4,2 al 12,0% e da 32 a 90 deputati. Restano però difficilmente influenti nei lavori parlamentari.
Per quanto riguarda l’Italia il buon risultato per il Pd previsto da Matteo Renzi non ci sarà: 23 sono e 23 resteranno i suoi parlamentari. I Popolari (Fi, Udc, Ncd, più qualche altro minore) crollano da 34 a 24 deputati. I membri del Gruppo euroscettico Efd nel quale c’è la Lega passano da 8 a 3, mentre i non iscritti passano da 2 a 19, essenzialmente grazie alle truppe dei 5 stelle, che però, pur con un brillante successo non sfonderebbero.