Matteo Renzi sta facendo bene. In questo giornale siamo stati sempre molto prudenti su di lui, abbiamo dei dubbi democratici sul come sia arrivato a Palazzo Chigi, la semplicità con la quale presenta le cose enormi, ma giuste, che vuol fare un po’ spaventa. Ma certo non c’è che dire, il programma (tranne la legge elettorale) è condivisibile e ovviamente, come italiani, speriamo che ce la faccia. A quanto sembra anche i leader europei, socialisti e popolari, si fanno conquistare dal giovane ed entusiasta premier italiano. E’ un gran bene per il nostro paese, era ora che il nostro governo fosse apprezzato per la sua spinta innovativa e non solo perché si impegnava, con tristezza o professoralità, a fare quel che Bruxelles chiede.
Renzi rispetta le regole di Bruxelles, non si scosta praticamente di un nulla, non è che se ne vada per una strada diversa, ma è decisamente più assertivo di quanto fosse Enrico Letta o Mario Monti. Due premier rispettati in Europa, senza dubbio capaci, ma ai quali mancava forse quel guizzo, quell’entusiasmo che Renzi riesce a far passare.
O forse mancavano le elezioni europee e il “rischio populismo”, che poi è una certezza.
Ieri a Berlino è stato chiaro quanto questo elemento pesi (basta leggere i resoconti sui giornali di oggi). L’Italia è uno dei grandi paesi, uno di quelli che porta più deputati al Parlamento europeo, ed è anche uno di quelli, con Francia e Gran Bretagna, che porterà più parlamentari contrari all’euro e anche veri populisti. Non è che questi gruppi “vinceranno” le elezioni. Saranno in molti, sì, ma resteranno comunque una disunita minoranza, questo dicono tutti i sondaggi, e speriamo che siano affidabili. Però, comunque, “meno sono e meglio stiamo” pensano, e dicono, nelle cancellerie europee, e dunque perché non dare una mano a Renzi, che guida un governo europeista? Più voti prende Renzi, ma anche Ncd, o Scelta civica, meglio è per i governi europei. Visto come anche Angela Merkel e François Hollande vanno d’amore e d’accordo nelle ultime settimane?
Il grande nemico, per i prossimi due mesi, non è il debito italiano, ma sono Beppe Grillo, Marine Le Pen, Nigel Farage, e tutti gli altri che potrebbero rendere pesante l’aria nel Parlamento di Strasburgo ed anche, in qualche caso, far tremare i governi nazionali. In Europa questo lo sanno, e si fa di tutto, con qualche ritardo, per tenerli a bada. E Renzi può respirare per due mesi. Intanto cominci a fare qual che deve. Anche perché tra breve, a metà aprile, arriverà una nuova pagella della Commissione.
Lorenzo Robustelli