È quanto afferma una relazione della Corte dei conti europea secondo cui il lavoro degli organismi di certificazione non è efficace e non permette alla Commissione di valutare eventuali irreglarità
Le spese comunicate dagli Stati sulla Politica agricola comune non sono affidabili. È quanto ritiene la Corte dei conti europea che in una relazione pubblicata oggi afferma che ci sono molti errori dovuti al fatto che i controlli amministrativi e in loco sono solo parzialmente efficaci e il lavoro degli organismi di certificazione non fornisce sufficienti garanzie circa l’adeguatezza dei controlli stessi. “Gli Stati membri svolgono un ruolo fondamentale nell’assicurare che gli aiuti agricoli dell’Unione europea siano distribuiti ai beneficiari in linea con la legislazione comunitaria” ha affermato Rasa Budbergytė, il membro della Corte responsabile della relazione. I Paesi “devono dunque fornire alla Commissione informazioni attendibili sui risultati dei controlli svolti, in modo da consentirle di stimare meglio l’impatto delle irregolarità nei pagamenti eseguiti”.
La Commissione europea condivide la responsabilità dell’attuazione della politica agricola comune (Pac) con gli Stati membri. Il sostegno agli agricoltori europei viene gestito ed erogato dagli organismi pagatori nazionali o regionali, i quali poi ne riferiscono all’esecutivo di Bruxelles. Organismi di certificazione indipendenti designati dagli Stati certificano alla Commissione l’affidabilità dei conti annuali degli organismi pagatori e la qualità dei sistemi di controllo che detti organismi hanno posto in essere. Gli organismi pagatori svolgono controlli sulle domande di aiuto presentate dagli agricoltori, al fine di verificarne l’ammissibilità. Effettuano anche controlli in loco su un campione di richiedenti.
Gli errori individuati tramite questi controlli danno luogo a riduzioni dell’importo dell’aiuto che può essere erogato al richiedente. Gli Stati membri trasmettono ogni anno alla Commissione i risultati di tali controlli tramite relazioni statistiche. Queste ultime sono gli elementi fondamentali usati dalla Commissione per stimare il tasso di errore residuo, che si considera rappresenti l’impatto finanziario, espresso in percentuale dell’ammontare dei pagamenti, delle irregolarità presenti nei pagamenti stessi una volta effettuati tutti i controlli. Dall’audit è però emerso che la maggior parte degli organismi pagatori non si accertano dell’accuratezza delle relazioni prima che esse vengano trasmesse alla Commissione.
Per questo la Corte ha concluso che le relazioni statistiche degli Stati membri non sono attendibili, sia per errori di compilazione sia per il fatto che i sistemi per i controlli amministrativi e in loco sono solo parzialmente efficaci nell’individuare le spese irregolari. In aggiunta, il lavoro degli organismi di certificazione non fornisce sufficienti garanzie circa l’adeguatezza dei controlli in loco o l’affidabilità delle relazioni statistiche.
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