A Strasburgo i negoziatori del Consiglio Ue hanno portato solo elementi di conversazione e questo non è piaciuto ai deputati. Non sono previsti Ecofin straordinari
Qualche passo avanti, ma ancora tutto da definire. Questo l’esito del trilogo sul Meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie tenuto a margine dei lavori del Parlamento in seduta plenaria. L’appuntamento era di quelli attesi, per capire se ci sono le condizioni per chiudere un dossier che tiene sulle spine governi e mercati. Ma il primo round negoziale si è concluso con un nulla di fatto. Da tutte le parti si cercano e si usano toni che possano tranquillizzare, ma l’accordo è tutt’altro che vicino. Basti dire che a Strasburgo la presidenza greca del Consiglio dell’Ue ha non portato alcun documento, ma solo elementi di conversazione. Mercoledì è previsto un altro trilogo, questa volta a Bruxelles, e il Parlamento si aspetta di ricevere almeno in quella sede dei documenti su cui iniziare a intavolare trattative vere e provare a procedere alla stesura di un testo di compromesso, articolo per articolo.
Ufficialmente la posizione del Parlamento è conciliante. I negoziatori – Sharon Bowles (presidente della commissione Problemi economici, Alde), Elisa Ferreira (relatrice del testo in commissione, S&D), e i relatori ombra Corien Wortmann Kool (Ppe), Sven Giegold (Verdi), e Vicky Ford (Ecr) – hanno diffuso una nota congiunta in cui si sottolineano “il compimento di qualche progresso”, aggiungendo però che “c’è ancora molto da fare”. La verità, rilevano fonti parlamentari, è che il Parlamento non ha gradito l’atteggiamento della presidenza greca, venuta più a discutere che a negoziare. Yannis Stournaras, ministro delle Finanze greco, ha portato al tavolo solo la trascrizione degli interventi dei ministri dell’Economia e delle Finanze all’ultima riunione dell’Ecofin. Lì ci sono indicazioni su cosa vuole il Consiglio, non ritenuto però sufficiente per un accordo. Il Parlamento i toni forti li usa nei canali non ufficiali. Qui – al netto delle logiche negoziali e del gioco delle parti – la linea non cambia: o c’è un buon accordo o non c’è accordo.
I negoziatori del Parlamento sono pronti, se necessario, a lasciare al prossimo Parlamento il compito di trovare un accordo. La riunione di mercoledì si annuncia molto lunga: allo stato attuale appare “difficile” trovare un accordo. La presidenza greca al momento non ha in agenda alcuna riunione straordinaria dell’Ecofin, e dalla parte della Commissione il responsabile per il Mercato interno cerca di ostentare ottimismo. “Tutti sanno che è essenziale rispettare le scadenze”, ha detto Michel Barnier, ufficiosamente smentito da un Parlamento che aspetta la discussione di documento al momento non prodotti e comunque mai fatti pervenire. È vero che se necessario si potrebbe convocare un trilogo anche o il 24 o il 25 marzo, ma tutto dipenderà da mercoledì.
Emanuele Bonini
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