Il trend è stabile rispetto al 2012 ma in diminuzione rispetto agli anni precedenti
Cinque ricorsi e sette condanne contro l’Italia. È questo il bilancio del lavoro del 2013 della Corte di Giustizia dell’Unione europea, l’organo che controlla che il diritto comunitario venga applicato allo stesso modo in tutti i paesi, che mostra un trend positivo per il nostro Paese, con i procedimenti in diminuzione rispetto al passato.
Il ricorso per inadempimento è una procedura giudiziaria presentata dinanzi alla Corte di Lussemburgo che può essere proposto dalla Commissione e da uno Stato membro nei confronti di un altro Stato membro che non abbia rispettato il diritto dell’Unione europea. Lo scorso anno la Commissione ha richiamato l’Italia introducendo cinque ricorsi, lo stesso numero del 2012 ma meno di 2011, 2010 e 2009 quando sono stati rispettivamente 7, 6 e ben 16. Dal 1952 al 2012, i ricorsi di questo tipo introdotti contro l’Italia sono stati 638.
Le sentenze di condanna per inadempimento pronunciate nel 2013 contro l’Italia sono state invece sette con un ricorso che è stato respinto. Tra queste ci sono le condanne per gli aiuti indiretti all’Alcoa e quella per la mancata indipendenza del gestore dell’infrastruttura ferroviaria.
Da parte loro i giudici italiani hanno introdotto nel 2013 62 pregiudiziali, su un totale di 404 introdotte dai giudici in tutta l’Unione. Il rinvio pregiudiziale è una procedura esercitata dinanzi alla Corte che consente ad una giurisdizione nazionale di interrogarla sull’interpretazione o sulla validità del diritto europeo nell’ambito di una causa pendente.
Il Tribunale, che cura ricorsi proposti dalle persone fisiche o dagli Stati contro le istituzioni Ue, ha invece ha emanato 34 sentenze riguardanti cause con parti italiane, tra queste la conferma del blocco del versamento, da parte della Commissione, dei contributi finanziari Fesr all’Italia per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania, poiché il nostro Paese non ha adottato tutte le misure necessarie per lo smaltimento nella regione. Al momento in tutto ci sono ancora 229 cause italiane pendenti dinanzi alla Corte di giustizia e al Tribunale (rispettivamente 112 e 117). Fra queste 67 rinvii pregiudiziali e 6 ricorsi per inadempimento (dinanzi alla Corte) e 148 ricorsi per annullamento (dinanzi a Corte e Tribunale).
Per quanto riguarda l’intero panorama comunitario nel 2013 la Corte ha definito 701 cause, un aumento considerevole rispetto all’anno precedente (595) ed è stata investita di 699 nuove cause, il numero più elevato di cause promosse in un anno dalla sua creazione e un aumento di circa il 10% rispetto all’anno precedente. Il Tribunale ha invece definito 702 cause, in linea con la media degli ultimi tre anni ma molto di più del 2008 quando le cause sono state soltanto 480.