dall’inviata a Strasburgo Letizia Pascale
Aprire le porte del mercato europeo ai prodotti in arrivo dall’Ucraina il prima possibile, senza aspettare la firma dell’accordo di associazione con Kiev. È questa la prima misura che l’Ue vuole mettere in atto per aiutare l’ex repubblica sovietica a stabilizzarsi dopo il terremoto politico degli ultimi mesi e a uscire dalla profondissima crisi economica che la attanaglia. I capi di Stato e di governo lo avevano promesso nel corso dell’ultimo vertice straordinario sull’Ucraina e ora alle parole seguono i fatti: non solo a Kiev arriveranno aiuti per 11 miliardi di euro ma anche una consistente spinta al commercio, grazie alla soppressione unilaterale da parte dell’Ue di quelle barriere che ostacolano il libero scambio.
L’idea, presentata a Strasburgo dal Presidente della Commissione europea, Josè Mauel Barroso e dal commissario Ue per il commercio, Karel De Gucht, è anticipare, per l’Ucraina, gli effetti benefici dell’area di libero scambio che si verrà a creare dopo la firma dell’accordo di associazione con l’Unione europea, ma senza aspettare che l’accordo sia effettivamente siglato. Attenzione, tiene però a sottolineare l’esecutivo Ue, l’accordo rimane sempre l’obiettivo finale, tant’è che la misura è solo temporanea e potrà valere al massimo fino al 1 novembre, sperando che nel frattempo si arrivi alla firma.
I benefici per l’Ucraina dovrebbero essere decisamente consistenti. Grazie al taglio dei dazi, secondo il commissario De Gucht, Kiev potrà risparmiare 487 milioni di euro, di cui 340 milioni per i prodotti agricoli e 43 per i prodotti alimentari. Sui prodotti industriali ci saranno alcune deroghe, soprattutto nel settore automobilistico, ma l’Ucraina dovrebbe comunque risparmiare 117 milioni di euro. Nel settore tessile il risparmio sarà di 24,4 milioni e di 26,8 nel settore chimico. Ma i calcoli si basano “sul volume di commercio attuale” mentre, assicura De Gucht, ci si può attendere un aumento, proprio per effetto del taglio delle tariffe di export. Ma soprattutto la speranza è che l’apertura delle porte alle esportazioni possa “dare un impulso al commercio con un effetto a cascata anche sull’occupazione, già qualche settimana dopo l’entrata in vigore della misura”, si augura De Gucht.
In cambio dei benefici l’Ucraina non sarà tenuta a garantire alcun accesso privilegiato dei prodotti europei sul suo mercato, semplicemente dovrà impegnarsi a non aumentare, per tutto il periodo, le tariffe oggi in vigore. La soppressione dei dazi doganali da parte dell’Ue sarà totale o parziale a seconda del settore (ricalcando comunque gli effetti dell’area di libero scambio che si verrà a creare con la firma dell’accordo di associazione). I dazi saranno immediatamente rimossi per il 94,7% dei prodotti industriali e per l’82,2% dei prodotti agricoli (per cereali, carne suina, bovina e pollame la liberalizzazione sarà parziale per evitare contraccolpi negativi sul mercato europeo). L’Ue garantirà la soppressione dei dazi anche per l’83,4% dei prodotti alimentari trasformati.
La Commissione vorrebbe che la misura entrasse in vigore il prima possibile, ma per essere operativa la proposta dovrà essere approvata “in co-decisione” dal Parlamento europeo (entro la plenaria di aprile, ultima della legislatura) e dal Consiglio europeo, ha spiegato De Gucht. Per garantire tempi rapidi la Commissione “ha già preso contatti con la Commissione commercio internazionale (Inta) e con i gruppi politici”. Se tutto va come deve andare, la riduzione delle tariffe potrebbe essere realtà già da giugno.
Dopo l’annuncio del pacchetto di aiuti da 11 miliardi di euro, la Commissione “ha fatto il primo passo per adottare le misure previste” con una proposta “tangibile e concreta” per supportare l’Ucraina, ha commentato Barroso.