Il testo chiedeva di creare un’agenzia unica per autorizzare coltivazione e commercializzazione
Per i deputati gli Stati devono poter adattare le regole alle loro esigenze per aiutare la biodiversità
È scontro tra Parlamento e Commissione europea sulle nuove regole sulle sementi che chiedevano di rendere illegale crescere, riprodurre, o scambiare semi che non fossero stati testati e approvati da una nuova agenzia dell’Ue. Il testo dell’esecutivo di Bruxelles è stato respinto a larghissima maggioranza per 650 voti a 15. “Il progetto ha creato preoccupazione tra i deputati per la fusione di 12 direttive in un singolo regolamento che è direttamente applicabile e priva, così, gli Stati membri della possibilità di adattare le regole alle loro esigenze”, ha spiegato il presidente della commissione agricoltura, Paolo De Castro (S&D).
“L’approccio ‘One-size-fits-all’ della Commissione avrebbe seriamente limitato la libertà degli operatori che lavorano in settori specifici, colpendo i piccoli allevatori”, ha accusato il Verde Martin Häusling secondo cui invece “la legislazione deve spingere per sementi di alta diversità”, perché “il declino globale ed europeo della diversità genetica delle colture è totalmente in contrasto con la sicurezza alimentare a lungo termine”. Quello di cui abbiamo bisogno, ha continuato Häusling, è di “promuovere una vasta gamma di colture a che siano capaci di adattarsi alle condizioni ambientali più difficili che il cambiamento climatico sta già portando”. Secondo Giovanni La Via, capo delegazione Nuovo Centrodestra, “non possiamo consentire che norme così impattanti per i nostri agricoltori, possano essere applicate a pioggia e senza tener conto delle particolarità territoriali”.
Per Sergio Paolo Francesco Silvestris (Forza Italia), uno dei relatori per l’Aula: “Non possiamo decidere in modo frettoloso sulla proposta, che è cruciale per molte associazioni di coltivatori, imprese e cittadini”, una proposta che visto “l’alto numero di ‘atti delegati’ darebbe alla Commissione poteri eccessivamente elevati su specifici argomenti in aree che, essendo sensibili, dovrebbero essere invece definite in un testo giuridico”.
Il Parlamento aveva già chiesto di ritirare la proposta ma l’esecutivo ha preferito insistere. “Siamo dispiaciuti del rifiuto della Commissione europea di ritirare questo testo fortemente contestato e di presentarne uno migliore. È chiaro che il nuovo progetto legislativo dovrà essere ridisegnato per rispettare maggiormente le diverse situazioni negli Stati membri e portare miglioramenti reali per tutti i produttori, i consumatori e l’ambiente”, ha aggiunto De Castro nell’augurarsi che “gli Stati membri siano altrettanto forti da seguire la posizione del Parlamento e respingere questa proposta insoddisfacente”. La palla passa ora al Consiglio Ue che se approverà il rigetto del Parlamento il processo legislativo si concluderà. Se invece modificasse modificasse la proposta si aprirebbero dei negoziati con l’Aula che potrebbe o respingere il testo a lavorare alla stesura di uno comune.
A. B.