Jean-Claude Juncker sarà il candidato del Partito popolare europeo alla presidenza della Commissione Ue alle elezioni del 25 maggio e ora quindi sono ufficiali tutti i nomi dei contendenti alla carica. Il sessantenne, primo ministro del Lussemburgo dal 1995 al 2013 nonché presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al gennaio 2013, era il nome appoggiato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Alle consultazioni interne del Ppe ha battuto il francese Michel Barnier, attuale commissario al Mercato interno, per 382 voti a 245 (2 schede bianche). Il terzo contendente, il lettone Valdis Dombrovskis, aveva ritirato ieri la sua candidatura. E il primo a complimentarsi con Juncker, sul palco del congresso di Dublino, è stato proprio Barnier che ha detto che ora “il nostro partito e la nostra campagna saranno molto più forti”, perché “abbiamo dato prova di vera e sincera democrazia con questo voto”. E nell’assicurare a Juncker: “Puoi contare su di me” ha concluso “non c’è tempo da perdere, dobbiamo fare campagna e vincere”.
“Dobbiamo ammettere di avere un ritardo verso socialisti che si muovo da mesi”, ha esordito Juncker nel suo discorso dopo la proclamazione e per questo “li dobbiamo raggiungere, e lo faremo molto presto”. In questa campagna elettorale, per il politico lussemburghese, “non dobbiamo parlare solo dell’Europa che non funziona ma dell’Europa che ha dimostrato di essere capace di fare cose grandi quando gli europei sono uniti”, un’Europa che a suo avviso va “guardata con gli occhi di asiatici e africani” che “da lontano la guardano con ammirazione”.
E bisognerà anche difendere il ruolo e l’importanza della moneta unica contro chi non capisce che “se non ci fosse stato l’euro il sistema monetario europeo non avrebbe retto alla crisi”. Certo, ha riconosciuto Juncker, “sono stati fatti errori nel come abbiamo affrontato la crisi”, ma è stato fatto tanto e “quello che è stato fatto è stato fondamentalmente giusto”. E soprattutto, ha attaccato Juncker: “I socialisti non possono fare campagna elettorale affermando che l’austerità sia stata una stupidaggine”, perché, ha ricordato in quanto ex presidente dell’Eurogruppo, “quando prendevamo certe decisioni eravamo in 17 Stati, e 12 di questi erano guidati da socialisti”.
“Se vinceremo le elezioni Juncker dovrà essere il Presidente della Commissione, e nessun altro”, ha chiesto con forza il presidente del Ppe Joseph Daul, riferendosi a quei Paesi che non vogliono accettare questa interpretazione dei Trattati. “Vinceremo le elezioni”, gli ha fatto eco Juncker concludendo il suo discorso, “ve lo assicuro”.
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