colonna sonora: Nini Rosso – Il Silenzio
Fuori Tema questa settimana andrà in stampa in forma ridotta a causa del vertice straordinario dei capi di Stato per la questione ucraina che si è svolto oggi (ieri per chi legge).
Herman (Van Rompuy) mi aveva telefonato ieri (l’altro ieri per chi legge; forse dovrei smetterla con ‘ste puntualizzazioni) per scusarsi del disguido, dice che sia lui che Kerry le hanno provate tutte per risolvere in fretta la situazione ma non c’è stato verso di far ragionare Putin, uno degli acerrimi nemici di Fuori Tema, da lui ritenuta filoyankee, filogay e filomena.
Quindi nel 2014 ci ritroviamo con i grandi che giocano di nuovo alla guerra ma, invece di farlo nel loro cortile, lo fanno nel nostro mondo. Voi direte che la guerra non si è mai fermata, che la compravendita delle armi manda avanti l’economia occidentale e che il soldato è il secondo mestiere più antico del mondo.
È assolutamente vero, ma siamo abituati a vederla in televisione, come se fosse un brutto film che coinvolge persone con abiti buffi che parlano lingue strane. Qui sembra di essere tornati alla guerra fredda, o agli esordi di una guerra mondiale. Insomma qualcosa che ci riguarda da vicino.
Non entro nel merito del discorso perché non ne so niente: non so perché la Russia vuole la Crimea (o viceversa), non so perché l’Occidente sia così interessato all’Ucraina unita, non so chi siano i buoni e i cattivi, se si può ancora fare questa distinzione.
So che quando c’è una profonda crisi economica la guerra è una soluzione istituzionalmente accettata, so che i potenti prendono decisioni di cui solo i popoli pagano le conseguenze, so che il nostro è un sistema malato che ha smesso di cercare una cura e ormai si droga di palliativi sempre più dannosi.
E so che l’altro giorno il 38enne Renzi era in una scuola a cantare coi bambini per le televisioni ed oggi sedeva insieme ai grandi (bambini) d’Europa per decidere le prossime mosse del Risiko Reale.
E ho un po’ paura.
Perché non capisco più quello che succede, perché non mi fido di chi decide ciò che succederà, perché non vedo più quel meraviglioso gigantesco movimento mondiale che gridava in piazza che un altro mondo è possibile e che ci faceva sentire meno soli.
I potenti sono esseri umani come noi, solo molto più brutti. E noi siamo infinitamente più numerosi e vogliamo tutti le stesse cose. Com’è possibile che non riusciamo a organizzarci? Non ce l’avete whatsapp?
Ci ritroviamo al punto che questi scrivono il nostro futuro distraendomi dallo scrivere Fuori Tema, dove vogliamo arrivare prima di reagire?
Siamo noi quelli belli, siamo noi quelli che lavorano, siamo noi che condividiamo la faticosa ma appagante quotidianità del mandare avanti il mondo. Non possiamo restare in balìa di quattro esagitati egocentrici.
Propongo lo sciopero dei popoli.
Da lunedì tutta la gente comune del mondo andrà sui prati a fare all’amore, lasciando i bambinoni a giocare tra loro finché non si saranno stufati.
Poi ricominciamo tutto in maniera più sensata.
Buon uichènd a chi ha ancora fiducia nell’umanità, almeno prima dell’autodistruzione.
Francesco Cardarelli