I capi di Stato e di governo hanno deciso per la sospensione immediata dei negoziati sulla liberalizzazione dei visti, ma se non ci saranno risultati “in un arco di tempo limitato” arriveranno “misure aggiuntive” e poi “serie conseguenze nelle relazioni”. Van Rompuy: “Illegale il referendum per l’indipendenza della Crimea”
Il Presidente del Consiglio europeo Herman Varn Rompuy lo annuncia con una certa soddisfazione: “Sarete sorpresi – dice – dagli articoli di giornale di ieri, direi che nessuno se lo aspettava”. E invece, nel corso del vertice straordinario, i leader dei Ventotto hanno trovato l’accordo sulla linea dura contro Mosca. Una reazione più forte di quanto si immaginava, considerando gli importanti legami economici tra la Russia e diversi Paesi dell’Unione. La strategia che i capi di Stato e di governo hanno concordato di mettere in campo passa attraverso tre fasi. La prima, ad effetto immediato, è la sospensione dei negoziati bilaterali per la liberalizzazione dei visti e per un nuovo accordo con l’Ue. Dal 2007 Mosca è impegnata nelle trattative con l’Ue per la liberalizzazione dei visti: un percorso che, vista l’escalation di tensione in Ucraina, l’Europa ha deciso di interrompere. I leader dei Paesi Ue hanno anche confermato il pieno sostegno alla decisione dei membri europei del G8 di sospendere la preparazione.
Ma le conclusioni del Consiglio europeo si spingono oltre, lanciando una sorta di ultimatum alla Russia. La soluzione alla crisi, si legge nel testo, dovrà essere trovata attraverso negoziati “che devono partire nei prossimi giorni e produrre risultati in un arco di tempo limitato”. Se questi risultati non ci saranno, avvisa l’Ue, si decideranno “misure aggiuntive”, come divieti di viaggio, congelamento degli asset e la cancellazione del summit Ue-Russia. Il terzo step scatterà se la Russia compirà ulteriori passi per destabilizzare la situazione in Ucraina: questo, avvertono i leader, “porterebbe a serie conseguenze per le relazioni tra l’Ue e i suoi Stati membri da un lato e la Russia dall’altro”, conseguenze che riguarderanno “un’ampia gamma di aree economiche”.
Dalla riunione dei leader esce poi un forte impegno ad accelerare i tempi per firmare l’accordo di associazione con l’Ucraina. Prima delle elezioni del 25 maggio, assicura il Presidente Van Rompuy, “firmeremo i capitoli politici” dell’accordo, ovvero con questo governo ad interime e prima che le elezioni portino a un nuovo Parlamento e un nuovo governo. L’Unione, assicurano le conclusioni, vuole anche adottare misure unilaterali che permetteranno all’Ucraina di beneficiare sostanzialmente dei vantaggi offerti da un’area di libero scambio.
Mentre in Crimea si proclama la secessione e proseguono i preparativi per il referendum con cui, il 16 marzo, si vuole sancire l’indipendenza da Kiev, il Consiglio mette nero su bianco che tutto ciò è “illegale”. “Consideriamo contraria alla Costituzione ucraina e quindi illegale – ha spiegato Van Rompuy – la decisione del Consiglio supremo della Repubblica autonoma di Crimea di indire un referendum sul futuro status del territorio”.
Letizia Pascale
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