Il presidente ricompare: “La Russia è obbligata ad agire contro gli autori di un golpe”Ue pronta a firmare l’accordo di associazione col nuovo governo “pienamente legittimo”
Continua l’escalation di tensione in Crimea, la repubblica autonoma a maggioranza russa, ferma sulla posizione di non volere riconoscere il nuovo governo transitorio nominato a Kiev dopo la deposizione del Presidente Viktor Yanukovich. Dopo le sedi di Parlamento e Governo, oggi uomini armati filorussi hanno perso il controllo di due aeroporti della penisola ribelle: quello internazionale di Sinferopoli, la capitale, e quello militare di Belbek, presso Sebastopoli, il porto a statuto speciale che ospita la base della Flotta russa del Mar Nero. Da Kiev è poi arrivata la notizia che i due scali sono tornati sotto il controllo delle forze di sicurezza ucraine ma ce n’è già abbastanza per fare parlare di “invasione”, tanto più che l’aeroporto di Simferopoli resta pattugliato da ronde armate di miliziani locali filo-russi e elicotteri russi sono stati segnalati nello spazio aereo della penisola. “Considero l’azione come un’invasione armata e un’occupazione”, ha preso posizione il nuovo ministro dell’Interno di Kiev, Arsen Avakov, mentre il segretario generale del Consiglio Nazionale ucraino per la Sicurezza e la Difesa, Andriy Paruby, ha accusato il Cremlino di aver “impartito gli ordini” di attacco.
E se per le autorità di Kiev Mosca ha già superato il limite, dell’esatto contrario è invece convinto il Presidente deposto Viktor Yanukovich che oggi è tornato a parlare in una conferenza stampa tenuta da Rostov sul Don, in Russia, rimproverando Mosca per la sua inazione. “La Russia deve ed è obbligata ad agire”, ha esortato, aggiungendo: “Conoscendo il carattere di Vladimir Putin, mi chiedo perché mantenga il silenzio”. Da Yanukovich arrivano poi parole di fuoco nei confronti dell’Occidente: le proteste e le vittime in Ucraina, ha detto, sono state “il risultato della politica irresponsabile dell’Occidente, che ha mostrato troppa indulgenza verso Maidan”.
Il Presidente deposto ha insistito sull’illegittimità delle nuove istituzioni: a Kiev il potere è stato preso da una minoranza di “giovani neo-fascisti” e ora nel Paese prevalgono “terrore e caos”. Secondo Yaunkovich, che si è detto pronto a tornare in Patria, non appena “le condizioni di sicurezza per me e la mia famiglia lo consentiranno”, la Crimea non deve comunque separarsi dall’Ucraina: “deve restare parte” del Paese, ha affermato, spiegano le azioni dei miliziani filo-russi come una “reazione naturale” alla presa di potere da parte di “banditi”.
Quelli che Yanukovich considera gli autori di un golpe sono invece, per l’Unione europea, un governo “pienamente legittimo”, con cui possono proseguire i dialoghi sulla firma di un possibile accordo di associazione con l’Ue. L’Unione “è pronta a firmare”, ha spiegato il portavoce della Commissione europea, Olivier Bailly, aggiungendo che sta naturalmente all’Ucraina “dire all’Unione europea di essere pronta a firmare” a sua volta.
A fronte di un’unità del Paese evidentemente sempre più minacciata, l’Ue torna anche a chiedere a tutti di rispettare “l’integrità territoriale e l’unità dell’Ucraina”. Per il momento non si fa direttamente riferimento agli ultimi sviluppi, che devono essere verificati: “Stiamo seguendo cosa succede, la situazione non è chiara”, spiega Bailly ma si deve comunque arrivare ad una “soluzione attraverso il dialogo politico fra tutte le parti”.
Letizia Pascale
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