Il 50% del mercato è costituito da applicazioni pubblicizzate come “gratuite” ma che poi comportano acquisti per accedere a contenuti fondamentali. Dopo denunce di truffe da tutta Europa, l’esecutivo comunitario incontra autorità nazionali e industria per aumentare la tutela
Quando scaricare una app per tablet o smartphone non costa nulla, lo si fa decisamente più volentieri. Ma davvero non ci sono costi per il consumatore? Molto spesso non è così. Il 50% del mercato europeo dei giochi online è costituito oggi da giochi pubblicizzati come “gratuiti”, ma che comportano poi i cosiddetti acquisti “in-app”, per accedere a contenuti o elementi fondamentali. Spesso i consumatori non si rendono nemmeno conto di avere speso denaro perché le loro carte di credito vengono addebitate in modo predefinito. Tra i più vulnerabili a questo meccanismo ci sono i bambini, facili prede del gioco che si “scarica gratis” ma che poi non si gioca affatto gratuitamente.
Denunce di simili truffe sono arrivate da tutta Europa, così la Commissione europea ha deciso di muoversi e tra ieri e oggi sta incontrando autorità nazionali responsabili dell’applicazione della legge e grandi aziende tecnologiche per discutere di questo problema. Durante le riunioni, le autorità nazionali responsabili dell’applicazione della legge di tutta Europa, presenteranno la loro intesa comune sulle modalità di applicazione di adeguate norme a tutela dei consumatori. L’iniziativa è guidata dall’ombudsman dei consumatori danese ma parteciperanno anche Francia, Regno Unito, Italia, Belgio, Lussemburgo e Lituania, membri della rete Consumer Protection Cooperation (Cpc) che ha il compito di far rispettare i diritti dei consumatori in tutta la Ue. L’esecutivo Ue chiederà all’industria di trovare una soluzione in un arco di tempo definito e di attuare un’efficace tutela dei consumatori a favore degli utenti delle app.
Quattro le richieste principali avanzate dai consumatori. In primo luogo i giochi pubblicizzati come “gratuiti” non devono ingannare i consumatori con costi nascosti. I giochi, poi, non devono rivolgere ai bambini esortazioni per fare loro acquistare elementi aggiuntivi di un gioco né persuadere un adulto ad acquistarli per loro. E ancora i consumatori chiedono di essere adeguatamente informati sulle modalità di pagamento: gli acquisti non vanno cioè addebitati con impostazioni predefinite senza un consenso esplicito. Gli operatori, infine, dovrebbero indicare un indirizzo email che permetta ai consumatori di contattarli in caso di problemi o reclami.
“I consumatori devono aver fiducia nei nuovi prodotti – commenta la commissaria Ue per la giustizia, Viviane Reding – ingannare i consumatori è certo una strategia commerciale completamente sbagliata e contraria, tra l’altro, allo spirito delle norme Ue sulla tutela dei consumatori”. La Commissione europea, sottolinea Reding, “si attende dall’industria delle app risposte molto concrete alle preoccupazioni espresse dai cittadini e dalle organizzazioni nazionali dei consumatori”.
“I consumatori, e soprattutto i bambini, vanno meglio tutelati contro costi inattesi che si celano negli acquisti in-app”, concorda Neven Mimica, commissario per la politica dei consumatori. “Se si trovassero soluzioni concrete in tempi brevi – conclude – sarebbe un guadagno per tutti”.
In Europa, la cosiddetta “economia delle app” è in piena espansione. Dà lavoro ad oltre 1 milione di persone e si prevede che raggiunga il valore di 63 miliardi di euro circa nei prossimi 5 anni. Secondo Distimo, piattaforma esterna di analisi delle app, l’80% circa del reddito di un fornitore, stimato in oltre 10 miliardi di euro, è ricavato da acquisti effettuati da consumatori all’interno di un’applicazione.
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