da Strasburgo Alfonso Bianchi
Una liberalizzazione che non convince nessuno, al punto da essere giudicata troppo debole dai liberali e troppo spinta dalla Sinistra. L’unica cosa su cui sono tutti d’accordo è che il Quarto pacchetto ferroviario non è quello a cui l’Aula inizialmente puntava. Troppi compromessi, troppe mediazioni, hanno finito per scontentare quasi tutti. “Sarebbe andata meglio se la Commissione avesse presentato prima il pacchetto. Così invece ci siamo trovati a votarlo in periodo elettorale e c’è stata una grande pressione sui deputati per seguire la linea dei loro Paesi e quindi manca un’impostazione europea”, ha lamentato il relatore socialista Saïd El Khadraoui, nella conferenza stampa a Strasburgo dopo il voto. “Ci sono state grandi pressioni dei monopolisti storici” e così il lavoro finale è risultato incompleto e “nella prossima legislatura probabilmente dovremo discutere un Quinto pacchetto”, gli ha fatto eco la relatrice liberale Izaskun Bilbao Barandica. Secondo il vicepresidente della Commissione Siim Kallas, responsabile per i Trasporti, “questo non è il forte segnale di cui hanno bisogno le ferrovie europee”, perché “la votazione della Plenaria è un’altra dimostrazione della tenacia degli interessi nazionali acquisiti che si sono dimostrati più attraenti per i deputati che il compromesso equilibrato e ben motivato raggiunto in dicembre dalla commissione per i Trasporti e il turismo”.
Innanzitutto continuerà ad essere permessa la concessione dei contratti di servizio pubblico in manera diretta e senza gara, favorendo così gli attuali grandi operatori, anche se vengono stabiliti una serie di criteri di efficienza e di qualità che dovrebbero essere tenuti in considerazione. Sarà però prevista una durata massima di tali contratti e alle autorità verrà imposto di giustificare la decisione di concedere il contratto direttamente, basandosi su criteri di efficienza quali la puntualità dei servizi, rapporto costo-efficienza, frequenza delle operazioni ferroviarie e soddisfazione del cliente. “Purtroppo la maggioranza dell’Aula ha preferito mantenere la possibilità per le autorità di dare l’assegnazione diretta, a dispetto dalla corrente inefficienza e delle maggiorazioni nei biglietti a cui potrebbero essere sottoposti i passeggeri”, ha dichiarato Ramon Tremosa i Balcells (Alde).
“È un buon equilibrio tra apertura dei mercati e servizio pubblico”, le risponde El Khadraoui che spiega: “Abbiamo previsto un meccanismo di salvaguardia dei contratti di servizio pubblico: quando c’è un operatore che vuole aprire un nuovo servizio e mette in pericolo l’offerta pubblica bisogna prima verificare l’impatto del nuovo entrante sulle attività del pubblico”. Il nuovo operatore verrà accettato “se fornisce servizi extra, genera redditi e attrae nuovi passeggeri”.
Da parte loro gli operatori di servizio pubblico selezionati dalle autorità sarebbero obbligati a garantire condizioni di lavoro del personale conformi alle norme sociali vincolanti nazionali, regionali o locali e alle regole sul trasferimento dei lavoratori nel caso di cambio di operatore. Il tutto rispettando i contratti collettivi e garantendo condizioni di lavoro dignitose.
Per favorire l’interoperabilità transnazionale i deputati hanno anche appoggiato l’armonizzazione delle certificazioni di sicurezza al fine di ridurre i tempi e i costi delle procedure di autorizzazione dei veicoli. “Così porremo fine alla miriade di schemi nazionali introducendo un approccio comune” ha affermato Michael Cramer (Greens) spiegando: “Vogliamo creare una Agenzia ferroviaria europea (Afe) che coordinerà il lavoro delle agenzie nazionali assicurando procedure uniformi. In questo modo porremo fine alla situazione attuale in cui ci sono 11mila regole nazionali che aumentano i costi e i fardelli amministrativi” nonché i tempi per ottenere delle autorizzazioni per fornire dei servizi.
Critiche al testo sono venute però dai sindacati, che mercoledì hanno manifestato all’esterno del Parlamento di Strasburgo e dalla Sinistra Unita. Per Sabine Wils (Gue/Ngl) “questo pacchetto legislativo aprirà ad altre privatizzazioni a discapito dei diritti dei lavoratori e degli interessi dei passeggeri in termini di costi, sicurezza e accessibilità”. La Wils si è però rallegrata del fatto che sia stato respinto l’emendamento che richiedeva che in caso di sciopero i lavoratori avrebbero comunque dovuto assicurare “un alto livello di servizi minimi”. Il testo dovrà ora essere approvato dal Consiglio, ma la presidenza greca ha già fatto sapere che non riuscirà a farlo discutere nel suo semestre. Il pacchetto verrà quindi analizzato dai ministri probabilmente durante il semestre italiano e tornerà, per l’approvazione definitiva, in Aula con il nuovo Parlamento che uscirà dalle elezioni di maggio.
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