Allo stato attuale le formazioni politiche sono tenute a registrarsi in Belgio nell’elenco degli enti no-profit. Nuove regole anche sulla trasparenza per il finanziamento. Il provvedimento però sarà approvato definitivamente solo dopo le elezioni
Status pan-europeo dell’organizzazione e regole chiare e severe in tema di trasparenza: l’Unione europea è un passo dalle nuove regole per il finanziamento dei partiti. Manca solo l’approvazione formale del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper), ma a margine dei lavori dell’Aula di Strasburgo, Consiglio e Parlamento hanno raggiunto un accordo che chiude il Trilogo e pone fine a diciotto mesi di negoziazioni. Il 5 marzo il Coreper dovrà approvare il testo, e inizierà la fase formale di approvazione. Essendoci già un testo di compromesso l’adozione dovrebbe avvenire in tempi rapidi: la Commissione europea, la sola delle tre istituzioni comunitarie interessate a parlare, stima che in un paio di mesi tutto dovrebbe essere portato a termine e le nuove regole essere adottate entro fine aprile. Anche se così fosse però le nuove regole non entrerebbero in vigore in tempo per essere applicate per le elezioni europee di maggio.
In primo luogo si modifica la legislazione vigente riconoscendo quel carattere europeo che i partiti politici riconosciuti e finanziati dall’Ue attualmente non hanno. Allo stato attuale i partiti politici sono tenuti a registrarsi in Belgio nell’elenco degli enti no-profit. Ciò pone questione legali quando devono organizzare iniziative negli altri paesi europei, che applicano regole diverse. Finalmente i partiti europei (Aecr, Alde, Ale, Gue, Eaf, Ecpm, Eud, Pde, Ppe, Pse, Verdi) avranno natura giuridica comunitaria, riconosciuti e trattati allo stesso modo in tutti i paesi dell’Ue. Ai partiti verrà chiesto di aggiornare il proprio statuto per prevedere e rispettare “standard più elevati” in termini di governance interna, responsabilità e trasparenza.
Sotto quest’ultimo aspetto, vengono previsti cambiamenti alle norme attualmente in vigore: sparisce l’obbligo di rendere pubblico il nome del donatore che destina più di 500 euro l’anno al partito. I dati verranno forniti per quanti donano tra 1.500 e 3.000 euro ma solo previa autorizzazione del donatore, mentre dovranno essere obbligatoriamente resi noti per quanti donano più di 3.000 euro l’anno. Viene poi aumentata da 12mila a 18mila euro la soglia massima sulle donazioni individuali annuali.
“Si tratta di un accordo ambizioso che segna un passo importante verso il consolidamento democratico europeo”, il commento di Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea responsabile per le Relazione interistituzionali. “La proposta fornisce uno status giuridico europeo ai partiti, e si supera così il principale ostacolo che i partiti incontrano quando agiscono all’interno dei diversi Stati membri”. La Commissione è la sola delle tre istituzioni comunitarie interessate dal trilogo a commentare l’esito del voto, ritenuto peraltro “inatteso”. Il Parlamento aspetta il voto del Coreper per rilasciare dichiarazioni, e altrettanto fa il Consiglio.
Emanuele Bonini