Putin ordina test di capacità di reazione dell’esercito e non esclude “manovre al confine” del Paese. I ministri della Difesa avvertono: unità del territorio e inviolabilità dei confini fondamentali per la sicurezza dell’Europa centro-orientale
Cresce la tensione in Europea orientale: la Russia sposta le truppe verso il confine ucraino per esercitazioni che sanno di provocazione e la Nato replica con una nota in cui si difende l’integrità territoriale del Paese. Può essere un caso, o forse no. Ufficialmente – almeno così dicono dalla Russia – quello che avviene oltre i confini dell’Ue non ha nulla a che vedere con la questione ucraina, ma non sfugge all’attenzione che Mosca ordina manovre militari proprio dopo la caduta del governo “amico” di Viktor Yanukovich e lo scivolamento di Kiev fuori dall’orbita moscovita.
Il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu, ha annunciato che, su ordine del presidente Vladimir Putin, la Russia ha ordinato un controllo della prontezza di reazione delle truppe e di altre armi nei distretti militari centrale e occidentale. Zone, queste, che non confinano con il territorio ucraino, ma le manovre potrebbero svolgersi “vicino ai confini della Russia con gli altri Stati, tra i quali potrebbe capitare anche l’Ucraina”. L’iniziativa, ha fatto sapere Shoigu, non ha nulla a che vedere con gli ultimi avvenimenti a Kiev: si tratterebbe di un’iniziativa per “controllare la capacità dell’esercito di operare in situazioni di crisi che rappresentano una minaccia bellica alla sicurezza del Paese e anche di carattere terroristico, epidemiologico e tecnologico”. Nelle manovre iniziate oggi sono impegnati 150 mila uomini, 90 aerei, 120 elicotteri, 880 carri armati, oltre 1200 mezzi e 8 navi militari.
Immediata la reazione della Nato. In una nota congiunta, i ministri della Difesa dei paesi dell’Alleanza atlantica, riuniti a Bruxelles, pur senza fare riferimenti espliciti di alcuna natura, hanno scritto in modo inequivocabile che “gli alleati della Nato continueranno a sostenere l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina, la sua integrità territoriale e il principio dell’inviolabilità delle frontiere”. Si tratta di “fattori chiave per la sicurezza e la stabilità dell’Europa centrale ed orientale”. Un messaggio lanciato a quanti in questi ultimi giorni hanno ventilato l’ipotesi di scissioni interne all’Ucraina (dove c’è una forte minoranza russa, che guarda a Mosca).
Da programma, di Ucraina i ministri dei Ventotto avrebbero dovuto parlare domani, ma gli ultimi sviluppi hanno costretto a una modifica in corsa dell’agenda. I responsabili della Difesa ricordano che tra Nato e Ucraina esiste un partenariato, ed è anche in ragione di questo che l’Alleanza atlantica si rende disponibile ad “assistere” l’ex repubblica sovietica. “La riforma della difesa e la cooperazione militare rimangono obiettivi di primaria importanza” e alle autorità di Kiev si fa presente “la necessità di irrobustire il controlo democratico sui settori della sicurezza e della difesa”. Una posizione, quella assunta oggi, che verrà certamente ribadita domani al vice ministro della Difesa ucraino, Oleksandr Oliynyk, in occasione della riunione della commissione Nato-Ucraina.
Renato Giannetti
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