Dal 2020 le nuove vetture potranno produrre massimo 95 grammi di CO2 per chilometro. Il relatore Ulmer (Ppe): “Si tagliano 15 milioni di tonnellate l’anno”. Wils (Gue) e Harms (Greens): “Limiti poco ambiziosi, un regalo all’industria tedesca”
Le autovetture del futuro dovranno essere meno inquinanti ed essere costruite in modo da contenere le emissioni di biossido di carbonio (CO2) entro la soglia massima di 95 grammi per chilometro entro il 2020. E’ quanto previsto dalla relazione approvata dall’Aula del Parlamento europeo, a favore di standard di sostenibilità più severi. Approvato a larga maggioranza (499 voti a favore, 107 contrari e 9 astensioni), il testo prevede una fase di adattamento limitato a un anno (2020), per avere i nuovi tetti di emissioni a regime dal 2021. Inoltre è previsto un sistema di “supercrediti” triennale (2020-2022), attualmente non previsto, in cui le vetture meno inquinanti “contano” di più rispetto a quelle più inquinanti. In parole povere questo meccanismo consente a chi ha in gamma modelli elettrici (o particolarmente ecologici, come le ibride plug-in), di continuare a produrre anche vetture particolarmente inquinanti senza incappare in procedimenti sanzionatori. Il regime di supercrediti non andrà oltre i 7,5 g/km. Cosa significa? Per fare un esempio, una vettura che emette meno di 50 grammi di CO2 per chilometro conterà per due passeggeri di una macchina nel 2020, per 1,67 nel 2021, per 1,33 nel 2022 e 1 passeggero nel 2023. Il provvedimento adottato in plenaria richiama poi l’attenzione sul nuova procedura internazionale di prova per i veicoli leggeri. Questa, sostiene la relazione, “riflette in maniera più sicura le reali condizioni di guida e dovrebbe entrare in vigore al più presto”.
Il voto di Strasburgo “significa che l’Europa continuerà a essere all’avanguardia nella riduzione delle emissioni di CO2 delle automobili”, sostiene il relatore del testo, Thomas Ulmer (Ppe). Il nuovo obiettivo di limite alle emissioni, spiega, “rappresenta un risparmio di 15 milioni di tonnellate di CO2 all’anno”. Il problema adesso è rendere il nuovo modello sostenibile. “Il costo d’innovazione deve essere socialmente accettabile ed economicamente fattibile, sia per i consumatori sia per i produttori”. Critiche alle nuove disposizioni arrivano dal gruppo della Sinistra Europea. Per Sabine Wils, europarlamentare del gruppo Gue, la riduzione delle emissioni delle automobili “è alla mercè degli interessi dei produttori tedeschi BMW e Mercedes”. In particolare, denuncia, “BMW lo scorso autunno ha donato circa un milione di euro ai partiti tedeschi della precedente coalizione di governo – Cdu/Csu e Fdp – come ringraziamento per aver mantenuto in Consiglio una posizione favorevole ai costruttori di automobili”. Il risultato è dunque “una regolamentazione debole e non ambiziosa”. In sintesi, conclude Wils, “non stiamo assistendo ai cambiamenti che servono per rendere l’industria dell’automobile rispettosa dell’ambiente”.
Critiche analoghe vengono mosse dai Verdi. “Il voto conferma che si tratta di un regalo pre-elettorale all’industria automobilistica”, il commento di Rebecca Harms, co-presidente del gruppo. “L’accordo raggiunto in precedenza tra Consiglio e Parlamento era già povero di ambizioni in partenza”. Con questo voto, conclude, le industrie automobilistiche “rallenteranno lo sviluppo delle nuove tecnologie per auto meno inquinanti”.
Lena Pavese
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