Si teme per l’unità territoriale dell’Ucraina. Ora l’occidente dovrà trovare quei finanziamenti che da Mosca sono stati bloccati. Yulia Tymoshenko non sarà premier e pensa alle presidenziali
Dopo la destituzione di Viktor Yanukovich e la scelta di un nuovo presidente (ad interim), oggi in Ucraina si tenta di formare un governo e di passare dalla fase “rivoluzionaria” all’amministrazione della crisi economica, oltre che politica, del Paese. La Verkhovna Rada, il parlamento di Kiev, si riunisce in mattinata in vista del varo del nuovo esecutivo, che dovrebbe nascere entro mercoledì. Le presidenziali sono state fissate per il 25 maggio.
Nella capitale ucraina oggi è attesa Catherine Ashton, il capo della diplomazia Ue: l’Europa, con la cacciata di Yanukovich, ha incassato una chiara vittoria geopolitica rispetto alla Russia che era riuscita a bloccare a novembre la firma dell’Accordo di associazione tra Bruxelles e l’Ucraina. Allo stesso tempo, però, la profondissima crisi economica in cui versa il Paese ex sovietico prospetta tempi duri e il bisogno, urgente, di finanziamenti. In questo quadro, con la tensione altissima nella parte orientale del Paese – da sempre proiettata verso la Russia – la Comunità occidentale moltiplica gli appelli al rispetto della “integrità territoriale” ucraina: un messaggio alle autorità locali, a cominciare da quelle della Crimea, a non soffiare sul fuoco con minacce di secessione, ma anche al Cremlino, a non premere sul tasto delle divisioni per tentare di recuperare terreno.
Mosca ha d’altronde già fatto sapere di aver “sospeso” il versamento della prima tranche del credito accordato a Yanukovich, assieme a un sostanzioso sconto sulle forniture di gas. Il Fondo Monetario Internazionale si è detto da parte sua “pronto” a fornire aiuto all’Ucraina, ma proprio le condizioni poste per un prestito dall’organizzazione internazionale avevano convinto il presidente Yanukovich, lo scorso ottobre, a rivolgersi piuttosto a Mosca, che aveva poi promesso 15 miliardi di dollari.
Il nuovo capo di Stato facente funzioni, Alexandr Turchinov, un fedelissimo di Yulia Tymoshenko (scarcerata e già con lo sguardo alle prossime presidenziali), non fa mistero delle difficoltà, soprattutto economiche, che bisognerà affrontare. A sua volta ha chiesto alla Russia di “rispettare la scelta del popolo ucraino” e l’indipendenza del Paese. “L’Ucraina sta precipitando nel baratro, è sull’orlo del default”, ha dichiarato in tv. Il messaggio è innanzitutto all’Occidente, che da oggi è chiamato a concretizzare in aiuti economici il sostegno politico nei drammatici giorni del cambio di potere.
Intanto è mistero sulla fuga dello spodestato Viktoru Yanukovich. Abbandonato dagli oligarchi, mollato in fin dei conti anche dalla Russia (che non ha neppure inviato il ministro degli Esteri a negoziare la soluzione della crisi dopo il massacro a Maidan), l’ex capo di Stato ha puntato il dito contro un “golpe” ed è sparito. La teoria più accreditata è che si nasconda da qualche parte presso il confine con la Russia, aspettando di vedere come procederà la partita politica a Kiev e quella nel resto del Paese.
Orietta Moscatelli per Tmnews