colonna sonora: Paola e Chiara – Festival
A Kiev si combatte e si muore in piazza per entrare in Europa, mentre per ora (l’altro ieri per chi legge) l’Europa pensa solo alle elezioni.
In Italia il neo Premier, eletto da non si sa bene chi, cerca di formare il nuovo governo millantando riforme a destra e a manca puntando in realtà solo alla legge elettorale (senza preferenze, per carità) e alle successive elezioni.
In Belgio io sono impegnato per 3 giorni in un reportage di Mediaset sulla legge per l’eutanasia estesa ai minori.
Tre argomenti molto diversi tra loro ma profondamente importanti dal punto di vista storico, politico e sociale.
Quindi parlerò della prima puntata del Festival di Sanremo, uno di quegli eventi che uniscono gli italiani più delle alluvioni e della crisi economica.
Prima di martedi scorso ne avevo visto altre 3 puntate, diluite in 35 anni, perfettamente giustificabili:
1) avevo tipo 6 anni e stavo a casa di nonna;
2) ero malato in un hotel all’estero che prendeva solo Raiuno;
3) tra i giovani partecipava un mio carissimo amico.
Per martedi non ho scusanti, a parte l’amore.
Caso vuole che la puntata vista a tipo 6 anni fosse quella in cui un tizio minacciò Pippo Baudo di buttarsi di sotto, tanto che quando sono arrivati i due disperati di Caserta pensavo facessero parte del format. Fazio è stato comunque molto bravo a riprendere in mano la situazione, o gli autori molto bravi a scriverla.
Era il giorno del compleanno di De André e Ligabue ha voluto fargli un omaggio cantando Creuza de Ma. Come se io omaggiassi Leonardo disegnando la Gioconda. No scherzo, mi è piaciuto.
Poi è arrivata la Littizzetto con la sua sferzata di allegria a colpi di battute a sfondo sessuale, parolacce e un vestito improbabile.
Nella scenografia ispirata all’austerity, per i primi 40 minuti non c’è stato un solo cantante in gara (nel festival della canzone italiana) finché è giunto il momento di Arisa, che mi ha subito fatto rimpiangere i 40 minuti precedenti. Dopo la canzone di Arisa c’è stata la seconda canzone di Arisa, e lì ho capito che sarebbe stata una serata difficile.
Frankie Hi Nrg. Avevo 14 anni quando ho visto il suo primo concerto e lo adoravo; ne avevo 18 quando uscì il suo capolavoro (quelli che benpensano); ne avevo 25 quando l’ho rivisto dal vivo passando una gran bella serata; ora ne ho 35 e sono stato imbarazzato per lui tutto il tempo, chiedendomi “perché?”.
Mi distraggo un po’ guardando la diretta da Kiev, i morti sono saliti a 13, poi torno sulla Rai, dove nel frattempo è arrivata Antonella Ruggiero in versione Botero. Finalmente una voce che incanta e una musica diversa, almeno sulla prima canzone, la seconda era carina ma non originalissima. Ovviamente è quella che ha passato il turno.
Poi la situazione è degenerata. Fazio si è improvvisato comico e cantante in un duetto con la stonatissima Laetitia “sorriso magico” Casta, che dopo anni di relazione con Accorsi ancora non parla italiano, in cui sono state infangate le memorie di Modugno, Jannacci e Sordi. Secondo me la Rai continua a chiedere il canone per risarcire i danni morali alle famiglie degli artisti scomparsi.
L’estenuante scenetta è stata seguita dalla novità assoluta del festival: il curioso melange tra un cantante sconosciuto e un nano mascherato che fa techno per bambini. Il risultato poteva essere peggiore, ma fortunatamente i due aspiranti suicidi erano stati messi in sicurezza.
In Ucraina si continua a sparare per la strada.
All’Ariston la settantenne Raffaella balla e canta facendo impallidire Madonna, imitata successivamente dalla Littizzetto che fa impallidire il resto del mondo.
Quando penso che il peggio sia passato arriva il figlio di De André ad acuire il dolore per la scomparsa del padre, che almeno lo teneva relegato in un angoletto del palco.
Ma non è finita, ci sono ancora i Perturbazione con i loro due brani in concorso. Dall’anno prossimo aggiungerei una clausola al biglietto: il festival sarà annullato in caso di perturbazione.
Per fortuna la serata si chiude con Yusuf Cat Stevens, per lo meno la mia, che a parte “Father and Son” non l’ho mai sopportato. Non senza LSD.
Vado a letto pensando ad altri mille modi di spendere i milioni di euro usati per Sanremo e con la consapevolezza che sicuramente lo rivedrò, tra una quindicina d’anni. E che il televoto potrebbe essere la prossima evoluzione della legge elettorale.
Ora aspetto con ansia miss Italia.
Buon uichènd a chi fa la Storia combattendo e dando la vita per cambiare le cose, invece di lamentarsi su tuitter, feisbuc o una stupida rubrica settimanale.
Francesco Cardarelli