Il ministro vuole che si chiarisca se il sistema di etichettatura dei cibi è in linea con le regole Ue
“Londra si difende affermando che è volontario ma quasi tutte le catene distributive lo usano”
L’Italia continua la sua battaglia a Bruxelles contro il sistema di etichettatura britannico, il cosiddetto “semaforo”, che prevede un bollino verde, giallo o rosso sugli imballaggi per suggerire al consumatore se un alimento è buono o meno per la sua salute. Roma ha presentato un documento che chiede “di stabilire se il labelling inglese sia obiettivo, non discriminatorio e non crei ostacoli alla libera circolazione delle merci”. “La nostra posizione è profondamente critica per motivi di natura europea prima ancora che per preoccupazioni di industria nazionale” ha dichiarato il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, al termine del Consiglio Competitività di oggi. Per esempio, ha continuato “la sogliola riceve il colore arancione perché contiene grassi, ma nessuno dice che sono grassi omega 3, che i medici consigliano di assumere perché fanno bene”, e ancora “l’olio extra vergine riceve l’arancione, mentre magari un olio di semi riceve un bel verde”. Per Moavero è un “sistema carente sulla tutela del consumatore” ma “il Regno Unito risponde che non si tratta di una misura obbligatoria ma volontaria” però nei fatti “il 98% delle principali catene distributive del Paese l’ha adottato”.
L’Italia non è la sola a pensarla così (“altri 15 Paesi hanno espresso una sensibilità comune alla nostra”) ed è quindi intenzionata a dare battaglia: “Crediamo sia in gioco la credibilità del mercato interno” e quindi “il caso deve essere analizzato sotto il profilo dell’antitrust europeo” e il commissario alla Salute, Tonio Borg “ha assicurato che sarà fatto”.
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