Torna a esplodere la violenza a Kiev a causa dello stallo sulla riforma per ridurre i poteri del Presidente Yanukovich. Schulz: “Moderazione e dialogo sono la via”
A Kiev sembrava arrivato il momento della distensione: in questi giorni il governo ucraino ha concesso l’amnistira per gli arrestati negli scontri tra i manifestanti pro-Ue e le forze di sicurezza e in cambio i dimostranti hanno liberato le sedi governative ancora occupate. Ma la tregua è durata poco, oggi la violenza è tornata ad esplodere come mai prima. Almeno nove persone, sette civili e due poliziotti, sarebbero rimasti uccisi nel corso di nuovi scontri scoppiati dopo che l’opposizione ha assaltato la sede del Partito delle regioni del Presidente Viktor Yanukovich e ha tentato di fare irruzione in Parlamento, dove la discussione sulla riforma costituzionale per ridurre i poteri del capo dello Stato, una delle richieste chiave dell’opposizione, procedeva a rilento.
Il bilancio è pesantissimo: secondo il ministero dell’Interno ucraino almeno sette civili e due poliziotti sono rimasti uccisi. Si parla, in totale di almeno 150 dimostranti e 40 ufficiali delle forze dell’ordine rimasti feriti e anche 15 giornalisti sono rimasti coinvolti.
Il ritorno dei violentissimi scontri, crea una nuova ondata preoccupazione a livello internazionale. “Preoccupatissima” per la “nuova grave escalation” e per le “vittime” della violenza a Kiev si è detta la responsabile per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton. Per l’Alto rappresentante la soluzione deve passare dalla “formazione di un nuovo governo”, da progressi nella riforma costituzionale e dalla preparazione di nuove elezioni presidenziali trasparenti e democratiche. “Condanno ogni forma di violenza, compresa quella contro edifici pubblici o di partito”, scrive Ashton rimproverando anche i manifestanti pro Ue e chiedendo alla leadership ucraina di “affrontare le cause alla radice di questa crisi”.
“Sono scioccato e rattristato dalle notizie dei manifestanti uccisi in Ucraina. La moderazione e il dialogo, e non la violenza, sono la via per uscire dalla crisi”, commenta su twitter il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Un messaggio simile arriva dal Commissario europeo all’allargamento, Stefan Fule che sul social network si dice rammaricato per morti e feriti e ribadisce: “Violenza e scontri mettono a rischio il futuro del Paese. L’unica strada è il dialogo”.
Un monito arriva anche dalla Casa Bianca che esorta il presidente Yanukovich a fare di tutto per porre fine alle violenze, mentre il segretario generale della Nato, Ander Fogh Rasmussen lancia un appello a tutte le parti perché “riprendano urgentemente il dialogo” e il “processo parlamentare”.
Letizia Pascale