Secondo il capo dell’esecutivo Ue, se Edimburgo dovesse votare per l’indipendenza al referendum del prossimo settembre, entrare nell’Unione potrebbe essere “impossibile”. La replica: “Dichiarazioni assurde”
Non solo “estremamente difficile”, forse addirittura “impossibile”. Non lascia spazio a speranze Josè Manuel Barroso: se la Scozia deciderà di separarsi dalla Gran Bretagna il suo cammino europeo sarà quantomeno impervio. Intervistato dalla Bbc, il Presidente della Commissione europea ha immaginato cosa succederebbe se al referendum che Edimburgo ha messo in programma per il prossimo 18 settembre dovessero prevalere le volontà secessioniste.
In caso di vittoria dei sì, ha spiegato Barroso, per aderire all’Ue la Scozia “dovrà presentare domanda ed ottenere il via libera di tutti”, gli attuali 28 Stati membri. Eventualità decisamente improbabile, visto che la stessa Gran Bretagna dovrebbe dare il suo benestare, fa notare il capo dell’esecutivo Ue: “Ovviamente – ha detto – sarà estremamente difficile ottenere l’approvazione di tutti gli altri Stati per un nuovo Paese membro, originato da un altro dei membri Ue”.
Parole che non hanno mancato di suscitare l’immediata reazione del governo scozzese, che dell’adesione all’Unione ha fatto un punto centrale del suo programma per l’indipendenza. Dichiarazioni “assurde” le definisce il vice primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon. “Ridicolo” anche il paragone, portato da Barroso, con il Kosovo, la cui adesione fu bloccata dall’opposizione della Spagna. “La Scozia – ha tuonato Sturgeon – è già nell’Ue e ne fa parte da 40 anni”.
E se le porte dell’Ue sembrano chiuse per una eventuale Scozia indipendente è compatto anche il blocco di Londra contro il mantenimento della sterlina, con le diverse forze politiche compatte nel sottolineare che, in caso di secessione, non ci sarà alcuna unione monetaria. Così la Scozia potrebbe trovarsi isolata, senza la sterlina e fuori dall’Unione europea.