Le aziende si sono dette convinte che il mercato unico europeo porti più vantaggi che oneri. EasyJet: “Senza l’Unione non esisteremmo”
David Cameron l’ha detto e ridetto: le norme comunitarie sono un pesante fardello che ostacola la crescita delle imprese. Il tema è uno dei cavalli di battaglia con cui il premier britannico punta alla conferma alle prossime elezioni e dunque intende rinegoziare la partecipazione della Gran Bretagna all’Ue, riportando a casa alcune competenze cruciali. Ma è davvero questo che vogliono le aziende? Il governo ha pubblicato la seconda serie di report nell’ambito dell’indagine lanciata per capire come l’Ue influisce sulla vita britannica, concentrandosi in particolare sul tema del mercato unico europeo. Risultato: le relazioni tra Gran Bretagna e Unione europea stanno portando risultati ampiamente positivi.
La revisione ha raccolto più di 600 pareri di aziende, organizzazioni imprenditoriali, think-tanks e consigli locali e ha evidenziato che la Gran Bretagna sta avendo ampi benefici dall’essere membro del mercato unico. “La maggioranza degli intervistati ha ritenuto che, a conti fatti, l’azione dell’Ue sia stata un beneficio per l’interesse nazionale del Regno Unito”, dice il rapporto sulla libera circolazione delle merci all’interno del mercato unico. Insomma i vantaggi superano gli oneri amministrativi che l’appartenenza all’Ue comporta. Forse non esattamente il risultato che il premier Cameron, impegnato nel tentativo di conquistare il crescente fronte euroscettico del Paese.
Tra i vari pareri raccolti spicca quello della compagnia aerea low cost EasyJet che arriva ad affermare: “Siamo un prodotto della deregulation dell’Ue. Senza, non esisteremmo”. La legislazione europea, spiega ancora la compagnia, non è “migliore” di quella britannica ma “può ottenere molti più vantaggi (e li ha ottenuti) di quanti non ne possa ottenere da sola la legislazione britannica”.
Letizia Pascale