“Birra buona, birra sana: bevi solo la Marana”. “Or lo dico, or lo penso: la Marana non ha censo”. Quei manifesti in sei per tre, quelle targhe metalliche dal gusto così vintage avevano oramai invaso la Bassa Ferrarese, zona poco nota e non per caso: pochi onori, terra più che altro di passaggio, che alla storia ha dato poco più che approvvigionamento per le intendenze di eserciti che ben altrove andavano a conquistarsi la gloria.
Ecco però che, dalla Bassa, in particolare da un paese ignoto a chi sia lontano da lui più di una manciata di chilometri, ecco che esplode un motivo di orgoglio. Non è un abile e pur premiato scrittore, che oramai pubblica però più all’estero che nelle sue terre, impreparate ad accogliere tanta sapienza, colte alla sprovvista potremmo dire senza tema di smentita. No, non è con il cibo per l’anima che Tresigallo improvvisamente diventa il centro del mondo no, è per un nettare che sempre quell’abile uomo di lettere si è dovuto mettere a produrre non per il puro piacer suo, come egli ama dire, ma per il vanto suo, per l’ambizione, in se non sana, di primeggiare nel suo villaggio.
Dunque l’uomo di penna gira le terre sue e compra malto, compra catini, compra anche l’acqua, essendo quelle delle sue terre giudicata insalubre. Legge, perché sì, senza il conforto di colleghi suoi l’incerto uomo non si avventura e leggendo e maltando, maltando e catinando e impuzzolentendo orsì l’abitazione avita ecco che produce un nettare, più per buona sorte che per saper cosa facesse. Un nettare spumoso e morbido, come a lui piace, che ti umetta le nari quando ci affondi e trova il nome per questa frizzante creatura, e la noma “Marana”, la birra del quisisana, la birra d’autore (che il chi sia invero questo autore mai fu svelato).
E la Marana sfonda, piace, la si esporta, si fa la fila nella Bassa per averne un dito, un’ombra o magari anche solo per ammirarne la vestizione. E dopo il successo nella Bassa il passaggio nel regno delle birre, per conquistarlo e domarlo è d’obbligo! Ed è così che, qualche sera fa, nella compiacente cornice della libreria Piola il signor Diego Marani ha presentato il suo nettare ad una ristretta cerchia di eletti amici (o son gli unici?). Purtroppo il piacere, in quanto tale, lo si può condividere, ma mai dividere! Così la pensa il Marani da Tresigallo e dunque ne produsse
solo 60 litri. A noi resta qualche foto a sostegno di un ricordo che mai potrà impallidire. E a voi, gentili lettori, solo le foto posson restare.